Migrazione e asilo: "Non possiamo porre limiti alla nostra preoccupazione".

I Provinciali d'Europa e Medio Oriente e d'Africa e Madagascar, responsabili di più di 6.000 gesuiti, prendono posizione di fronte alle "terribili sofferenze in cui versano i rifugiati gli immigrati e le loro famiglie, rese ancora più drammatiche nella recente tragedia di Lampedusa" partecipando alla compassione, all’indignazione e al dolore che Papa Francesco ha espresso di fronte a tali situazioni.

La dichiarazione nasce dalla convinzione che non ci si possa tirare indietro di fronte al "basilare imperativo morale" di salvare vite e ribadisce la "dedizione al servizio degli emarginati e dei più poveri tra i poveri nei nostri Paesi".

La presa di posizione mette in evidenza le questioni più urgenti. Innanzitutto “l’Europa deve accettare la sua parte di responsabilità nei flussi migratori globali”. Questo significa cercare di fermare il flusso di armi dai Paesi europei verso l'Africa: “Molti stati europei o le loro imprese forniscono armi all'Africa, spesso segretamente. Le forniture di armi alimentano conflitti che, a loro volta, portano a flussi migratori”.

Pur riconoscendo gli sforzi di ospitalità da parte di molti Paesi europei, la dichiarazione sottolinea la problematicità dell'Accordo di Dublino, secondo il quale spetta al primo Paese in cui i rifugiati mettono piede di occuparsi della loro richiesta di asilo: "L'accordo non facilita un'equa condivisione dei flussi dei richiedenti asilo. Tutti i Paesi europei dovrebbero sostenersi reciprocamente ed essere solidali tra loro a questo riguardo per condividere la responsabilità dei problemi riguardanti i richiedenti asilo e gli immigrati".

In terzo luogo i Provinciali chiedono di "porre fine alla detenzione dei richiedenti asilo" e di "migliorare le condizioni degli immigrati in detenzione", in particolare dei bambini. L'esperienza di tante ONG impegnate sul campo mostra che "ci sono delle alternative alla detenzione”, già applicate da alcuni Governi con buoni risultati. Pur riconoscendo che "i Governi nazionali e i loro sistemi di protezione sociale sono sotto pressione", i Provinciali ricordano che la tutela dei diritti umani fondamentali e l'attenzione ai bisogni spirituali sono irrinunciabili.

L'ultimo appello è rivolto ai politici, chiedendo a quelli europei di non impegnarsi in discorsi estremisti o populisti sotto l'influenza delle correnti di estrema destra. Si invitano invece i governanti dei Paesi da cui provengono i migranti ad adoperarsi “per la pace e la giustizia delle loro nazioni in modo che i loro cittadini possano trovare una dimora sicura per le loro famiglie".

Con questa presa di posizione i Provinciali desiderano incoraggiare gli sforzi di tutte le Conferenze Episcopali, i gruppi ecclesiali e le ONG che fanno del servizio a rifugiati e migranti, e della tutela dei loro diritti, una priorità. Un particolare ringraziamento va ai confratelli e collaboratori del JRS (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati), del SJM (Servizio dei Gesuiti per i Migranti) e di altre organizzazioni della Compagnia per il loro impegno e professionalità.

Leggi il testo della Dichiarazione dei Provinciali



24/10/2013
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