L’ultimo rapporto dell’Acnur (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), pubblicato poche settimane fa in occasione della Giornata del rifugiato, fornisce uno sguardo globale sul dramma delle popolazioni in cerca di asilo: una lettura molto istruttiva per chi intende osservare il fenomeno al di là di come si presenta sulla soglia di casa sua.
Un primo aspetto riguarda il fatto che la cruenta geo-politica contemporanea sta producendo milioni di rifugiati, con un epicentro che oggi si trova in Siria (3,9 milioni di persone coinvolte), ma arriva all’Afganistan passando per l’Iraq e allargandosi ai conflitti africani dimenticati: i rifugiati nel 2014 hanno raggiunto i 59,5 milioni, più o meno pari alla popolazione italiana, e hanno toccato quest’anno la cifra più alta da quando l’ONU raccoglie i dati. Erano 51,2 milioni nel 2013 e 37,5 milioni dieci anni fa. L’incremento osservato in un anno è stato il maggiore da quando sono disponibili i dati sul fenomeno, e si collega con un altro dato: negli ultimi cinque anni nel mondo sono scoppiati o sono riesplosi 15 conflitti, di cui otto in Africa.
Un secondo rilevante dato conferma invece che i Paesi sviluppati, e l’Unione Europea in modo particolare, tentano di svincolarsi dagli obblighi umanitari che pure dichiarano solennemente di onorare. L’86% delle persone sotto protezione umanitaria trova asilo in Paesi del cosiddetto Terzo Mondo. Solo il 14% arriva nei Paesi più sviluppati, oltre quindici punti percentuali in meno rispetto a una dozzina di anni fa; l’UE ne accoglie circa il 10%.
Il Paese che accoglie il maggior numero di rifugiati in assoluto è diventato la Turchia, a causa della contiguità con il teatro di guerra siriano (1,59 milioni), seguita dal Pakistan (1,51 milioni) e dal piccolo Libano (1,51 milioni, ma le fonti locali oggi parlano di 1,5-2 milioni complessivi). I numeri europei sono decisamente inferiori: la Germania accoglie 494mila tra rifugiati riconosciuti e richiedenti asilo ancora sotto esame, la Francia 310mila, la Svezia 226mila, l’Italia 140mila.
Il Libano risulta di gran lunga il primo Paese per numero di rifugiati ogni 1.000 abitanti: 232, seguito dalla Giordania con 87. Per dare un termine di paragone, l’Italia è poco sopra i 2.
Lo abbiamo già detto, anche in questo spazio, ma ci tocca ripeterlo: quando si parla di invasioni di rifugiati e di città allo stremo per l’arrivo di qualche centinaio di persone, bisognerebbe tenere a mente questi dati.