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Loyola 2022 Justice and Ecology Congress: tutti gli aggiornamenti

Il Congresso di Loyola su giustizia ed ecologia raccontato giorno per giorno dalla nostra Redazione, con i link alle dirette streaming.

1 aprile - Ecologia e migrazioni: questioni di giustizia

Quasi a voler ricordare nuovamente quanto la vita umana dipenda dalla natura e dal clima, anche le condizioni meteorologiche hanno accompagnato in modo singolare la redazione del documento finale, durante l’ultima giornata del Congresso di Loyola. I partecipanti sono stati sorpresi, infatti, dalla neve. 

“Le sfide dell’ecologia e delle migrazioni – si legge nel messaggio conclusivo – sono questioni di giustizia fra loro profondamente intrecciate e, come tali, vanno integrate sempre meglio all’interno della nostra testimonianza e delle nostre azioni”. 

Qui il video-riassunto dell’ultima giornata:

 

 

Di nuovo al lavoro

Al primo Congresso di Loyola su giustizia ed ecologia hanno partecipato 153 delegati (in persona od online), da 25 Paesi e centinaia di organizzazioni. Fra loro gesuiti e laici, uomini e donne, giovani e anziani: tutti hanno contribuito con riflessioni profonde, discernimento, impegno e collaborazione orientati a generare un cambiamento sistemico.

Frutto di questi cinque giorni è il documento congressuale, il cui scopo è di supportare il lavoro dei gesuiti e accompagnarli nell’implementazione delle Preferenze Apostoliche Universali entro 2029. Il documento contiene una serie di proposte concrete che attendono solo di essere messe in pratica in tutti i contesti di impegno e apostolato delle Province dei gesuiti europei. 

Qui è possibile rivedere le dirette streaming della giornata:

 

 

31 marzo - Cambiare il cuore, la mente, il sistema

Conversione, transizione, ospitalità, comunità, radicalità: sono queste le parole che più risuonano all’interno del gruppo di 160 partecipanti al Congresso su ecologia e giustizia in corso a Loyola. Tutti stanno cogliendo questa opportunità come un momento prezioso di condivisione e scambio di esperienze, la cui sintesi verrà elaborata all’interno del documento finale. 

Qui il video-riassunto della quarta giornata:

 

 

Il documento finale

“Cambiare il cuore, la mente, il sistema” è stato il titolo della quarta giornata del Congresso. I workshop hanno riguardato diversi temi, fra cui l’ecologia e la sostenibilità, le migrazioni e la spiritualità. 

Il confronto sta orientando il Congresso verso un rinnovato apostolato sociale, animato dalla passione per la giustizia e la riconciliazione. Ora, lo Xavier Network, il Jesuit Refugee Service, i Social Centers ed Eco-jesuit stanno lavorando per dare forma al documento finale, attraverso proposte e azioni concrete da mettere in atto nei prossimi anni.

Il documento è un tentativo di catturare lo spirito del Congresso di Loyola e di rispondere alla domanda: “Che cosa è successo a Loyola?”, “Abbiamo visto qualcosa di nuovo?”, “Quale impatto ha avuto su di noi?”, “Come possiamo tradurre questo slancio in azioni concrete?”
Le presentazioni e le riflessioni dei partecipanti verranno collegate, all’interno del documento finale, alle Preferenze Apostoliche Universali. Una volta ultimato, esso sarà inviato a tutte le Province dei gesuiti europei.

 

 

 

Qui è possibile riguardare le dirette della giornata:

 

 

30 marzo - Camminare a fianco dei rifugiati

La terza giornata del Loyola Justice and Ecology Congress si è aperta con l’ascolto della voce di Joel, un giovane richiedente asilo nel Regno Unito che ha dovuto affrontare una lunga detenzione. La giornata, dedicata ai rifugiati e a tutte le persone migranti, ha visto l’intervento di Padre Fabio Baggio, Sottosegretario della sezione per i Migranti e i Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale in Vaticano; Michael Schöpf, Vicedirettore internazionale del JRS a Roma; Amaya Valcárcel, Advocacy Officer presso il JRS International Office. Le loro parole, ispirate dalla propria esperienza personale e professionale, hanno reso evidente che camminare al fianco dei rifugiati e dei migranti significa imparare come continuare a sperare e a lottare per una vita più giusta, più dignitosa, più piena.

Anche Luis Arancibia, delegato della Provincia dei gesuiti spagnoli per l’apostolato sociale, è ritornato su questi aspetti con un appello per una maggiore radicalità del nostro impegno, sottolineando il ruolo della comunità per un reale e profondo processo di integrazione e riconciliazione. 

Che cosa si può fare, allora, per vivere questo cambiamento? Quali strumenti servono per lenire le ferite di questo mondo? La risposta a domande come queste è stata cercata anche nei workshop del pomeriggio, durante un confronto su quali strade condivise sia possibile percorrere per affrontare al meglio le sfide del cambiamento climatico, dell’emergenza rifugiati, del bisogno di giustizia. Il dialogo ha permesso quindi di vedere che tanto si sta già facendo e che numerose collaborazioni sono già attive: non si deve cominciare da zero.

Qui il riassunto per immagini della terza giornata:

 

 

Migranti e rifugiati: la necessità di solidarietà e protezione

Alcuni dei temi toccati durante le sessioni della giornata sono stati le migrazioni forzate e il ruolo della Chiesa nella protezione dei migranti, con una strategia, ha spiegato p. Baggio, in 4 step: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

Tuttavia, l’accesso all’asilo rimane una grande sfida. Da un lato servono risposte concrete per affrontare la questione della rotta mediterranea, “la più pericolosa al mondo”, ha specificato Amaya Valcárcel. Dall’altro, la riconciliazione e l’educazione rimangono strumenti chiave per fronteggiare il problema della violenza che, ha detto Michael Schöpf, può prendere forme diverse: la violenza che rende invisibili e quella che si manifesta invece nell’aggressione.

Mentre i leader occidentali continuano ad alimentare paure e a fabbricare crisi sulla base di piccoli numeri di rifugiati in arrivo, la crisi reale riguarda la mancanza di solidarietà – dicono Valcárcel e Schöpf – oltre che di agili vie di accesso alla protezione umanitaria.

Per un’accoglienza non discriminatoria

“Dobbiamo preoccuparci di tutti i migranti e non solo dei rifugiati; di tutti i rifugiati e non solo di quelli ucraini” ha detto poi Luis Arancibia.

Citando Pedro Arrupe SJ, fondatore del JRS, Arancibia ha poi invitato i partecipanti a ritornare alla spiritualità per aiutare e supportare meglio i migranti. Serve essere più radicali per far fronte a questa emergenza.

Di seguito, il video realizzato da Marta Romay, Communications Coordinator presso Fundació Migra Studium, sugli interventi e le conversazioni avute durante la terza giornata di Congresso:

 

 

Qui è possibile rivedere le dirette della giornata:

Loyola 2022 Congress (DAY 3) - Refugees and Movement of Peoples

 

 

Loyola 2022 Congress (DAY 3) - Closing Seminar

 

 

29 marzo - Mappare il nostro contesto sociale

La seconda giornata del Congresso di Loyola ha visto la partecipazione di Gaël Giraud SJ, della Georgetown University, che ha concluso il proprio intervento con una serie di proposte concrete. Le nostre azioni devono focalizzarsi, secondo Giraud, sulla finanza, per quanto riguarda il piano sistemico; mentre è bene intervenire sulle scelte alimentari per quanto concerne il piano delle scelte individuali.

La giornata di martedì è stata anche l’occasione per i partecipanti di incontrarsi in piccoli gruppi e cominciare a processare collettivamente quanto appreso durante le prime sessioni del Congresso. La possibilità di sedersi, conversare e confrontarsi sulle risonanze che stanno emergendo sul piano spirituale ha rappresentato per tutti e tutte un’occasione preziosa di apprendimento e condivisione.

Macro-tema del giorno è stato: “Mappare il nostro contesto sociale”. Di seguito un riassunto per immagini di alcuni momenti salienti:

 

 

Prendersi cura della nostra casa comune

La giornata si è aperta con l’intervento dell’attivista socio-politico Jörg Alt SJ, del Jesuitenweltweit, e di un gruppo di Alumni del Jesuit Volunteers Program in Germania, nel contesto della sessione dal titolo “Ecologia integrale: la nostra casa comune”. Sono seguiti poi gli interventi di Sabin Bieri geografa sociale presso il Centre for Development and Environment, in Svizzera, e di Javier Arellano Yanguas, ricercatore alla Universidad de Deusto, in Spagna.

Arellano Yanguas si è soffermato su tre elementi della transizione ecologica: urgenza, trasformazione e ruolo della Chiesa, sottolineando l’importanza dell’azione individuale e collettiva. Bieri ha invece illustrato la sfida delle disuguaglianze nelle emissioni di carbonio: nel 1990 il 10% della popolazione mondiale era responsabile del 50% delle emissioni, dato che è rimasto invariato per 25 anni. “Ridurre le disuguaglianze – ha affermato Bieri – è fondamentale nell’elaborazione delle politiche per il clima”.

Di seguito è possibile rivedere l’intervento degli Alumni del Jesuit Volunteers Program: Matthias Wind, Benedicta Opis, Hannah Zipser e Paul Husson. Palpabile la loro preoccupazione per gli effetti che la crisi ecologica sta avendo sui più vulnerabili e sulle prospettive delle future generazioni.

 

 

Sulla strada verso Emmaus

Dopo l’intervento di Gaël Giraud, i lavori del pomeriggio sono stati guidati dal Jesuit Refugee Service (JRS) Europe con una riflessione sul tema “Sulla strada verso Emmaus”. I partecipanti sono stati invitati a fare un piccolo pellegrinaggio personale intorno al Santuario di Loyola e Azpeitia, chiedendosi: “A quale nuova narrazione sono invitato ad aderire con la mia vita? Guardando alle istituzioni cui appartengo, dove mi trovo e quali nuove opportunità vedo davanti a noi?”.

Le sessioni della giornata sono state accompagnate, come sempre, dalla facilitazione grafica di Marta Romay, di cui riportiamo il lavoro.

 

Qui è possibile rivedere i live-streaming degli interventi del 29 marzo:

Loyola Congress (DAY 2) - Integral Ecology: Our Common Home

 

 

Loyola 2022 Congress (DAY 2) - Second Part

 

 

Loyola 2022 Congress (DAY 2) - Closing Seminar

 

 

 

28 marzo - Loyola: un’occasione di conversione

160 persone hanno raggiunto in questi giorni Loyola, per l’inizio del Congresso su giustizia ed ecologia che coinvolge le reti dei gesuiti europei impegnate nell’apostolato sociale. “Loyola non è per noi, specialmente quest’anno, soltanto un luogo come un altro” si legge nelle riflessioni conclusive della prima giornata di lavori.

“Guardandoci intorno non possiamo evitare di rievocare quanto accadde a Ignazio durante la sua convalescenza qui”. La presenza a Loyola, infatti, fu per il santo fondatore della Compagnia di Gesù un’occasione di conversione, un momento in cui lasciarsi toccare dallo Spirito e intraprendere un nuovo percorso di servizio, rinnovando i propri sogni e progetti.

In questo video, un breve riassunto della prima giornata:

 

 

Tutti, qui a Loyola, si stanno quindi disponendo ad accogliere la sfida di lasciarsi sorprendere da Dio, nell’ottica di una trasformazione profonda, per cercare nuove vie di implementazione delle Preferenze Apostoliche Universali. Ad accompagnare i partecipanti all'evento anche l’incoraggiamento del Superiore Generale, p. Arturo Sosa:

 

 

Rinnovare l'apostolato sociale

Dopo il dialogo con il Superiore Generale, la prima sessione del Congresso è proseguita con vari interventi. Quello di Jose Ignacio SJ, direttore di Centre Cristianisme i Justicia, si è focalizzato sul tema “Estendere l’apostolato sociale per un nuovo decennio”, con particolare riferimento all’Europa. Sono stati discussi alcuni fattori esterni alla Compagnia che possono indebolire l’apostolato sociale, ponendo l’accento sull’urgenza di trovare nuovi significati alla luce dei bisogni e delle aspirazioni della Compagnia, come strada per affrontare nuove sfide.

John Dardis SJ, Consigliere Generale per il Discernimento e la Pianificazione Apostolica presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, ha offerto poi un focus sulle Preferenze Apostoliche Universali. Esse "rappresentano il sogno della Compagnia per i prossimi dieci anni”, ha detto Dardis, chiedendo a ciascuno di pensare a quale delle quattro (Indicare il cammino verso Dio, Camminare con gli esclusi, Accompagnare i giovani in cammino, Prendersi cura della nostra casa comune) risuoni maggiormente in ciascuno dei territori dove operiamo.

Conversione ecologica

La seconda parte della giornata ha visto poi gli interventi di Celia Deane-Drummond, direttrice del Laudato Si' Research Institute; Katrine Camilleri, direttrice di JRS Malta; e Austen Ivereigh, scrittrice, giornalista e docente del Campion Hall. Titolo del panel: “Spiritualità; conversione personale, comunitaria ed ecologica”.

Il primo su cui ci si è soffermati ha riguardato i passi della conversione ecologica e il significato ecologico della vocazione secondo papa Francesco (Deane-Drummond). Un altro è stato quello del lavoro del JRS con i rifugiati, alla luce della solidarietà come spazio dove si impara a essere responsabili per la fragilità altrui nella costruzione di un futuro condiviso (Camilleri). Infine, è emersa una riflessione sul discernimento in un mondo post-pandemico alla luce delle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti (Ivereigh).

"L’opportunità che ci offre questo nostro tempo – ha detto Ivereigh a conclusione del suo intervento - è quella di trasformare la nostra Chiesa, il nostro modus operandi, vivendi et cogitanti, per proporre una Chiesa più simile al buon samaritano, capace di farsi prossima al figliol prodigo, che ha fatto esperienza diretta del paradigma tecnocratico, con il coraggio di sperare in un’alternativa”.

Diario di bordo

Tutte le riflessioni della giornata sono state condensate, attraverso la facilitazione grafica di Marta Romay (Fundació Migra Studium del Servicio Jesuita a Migrantes), nel poster che riproponiamo qui sotto, come in una sorta di diario visuale.

Qui è possibile riguardare la diretta del 28 marzo: “Spirituality: Personal, Communal and Ecological Conversion in our Social Apostolate Narratives”, con interventi di:

  • Celia Deane-Drummond, Laudato Si' Research Institute (England) 
  • Katrine Camilleri, Jesuit Refugee Service - Malta 
  • Austen Ivereigh, Campion Hall (England)

 

28 marzo - La cerimonia di apertura

Si aprono oggi, presso il Santuario di sant’Ignazio di Loyola, nel nord della Spagna, i lavori del Loyola 2022 Justice and Ecology Congress, che coinvolge 160 fra gesuiti e laici provenienti da tutta Europa, e non solo.

Insieme, si preparano a discernere quali risposte le reti dei gesuiti europei impegnate nell’apostolato sociale sono chiamate a dare alle questioni più urgenti del nostro tempo - i movimenti migratori, la crisi ecologica, la pandemia, la guerra, la sfida del populismo - con il proposito di dare attuazione alle Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia di Gesù entro il 2029.

Al Congresso partecipa anche la Redazione della nostra Rivista: in questa pagina condivideremo di giorno in giorno l’andamento dei lavori per tutta la durata dell’evento (28 marzo – 1 aprile 2022).

Oltre agli aggiornamenti, qui si troveranno i link ai live-streaming delle varie Sessioni cui è possibile assistere in diretta.

Questo pomeriggio, alle ore 15, la cerimonia di apertura:

 

 

Aggiornato il 1 aprile 2022.

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