Le storie dell'economia che genera benessere: un incontro a Montecitorio

In Italia la spesa pubblica per la protezione sociale è pari al 30,7% del Pil, un valore lievemente superore alla media dell'Ue: la sua distribuzione è concentrata fortemente su vecchiaia e superstiti (il 14,5% più alta rispetto alla media dell'Ue), mentre altre voci di spesa sono fra le più basse: famiglia, maternità e disoccupazione. Chi ha un lavoro possiede certamente un reddito per cercare di far fronte ai bisogni sociali e alle spese sanitarie, ma conciliare la vita lavorativa con quella familiare è sempre più complicato. Si stanno però facendo strada nel nostro Paese nuove forme di welfare legate alla dimensione di impresa che legano soggetti economicamente diversi, ma uniti dalla possibilità di generare benessere per i lavoratori e le loro comunità, con attenzione alle persone che vivono situazioni di disagio.

Questo il filo rosso che unisce multinazionali di successo, grandi gruppi bancari, solide aziende manifatturiere, imprese sociali e onlus. E questo è stato anche il focus del convegno "Oltre il profit", su imprese, welfare e responsabilità sociale, che si è svolto ieri, 8 marzo, presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati.

L'introduzione è stata affidata a padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali, e a Edoardo Patriarca, deputato e presidente del Centro Nazionale per il Volontariato. Moderati da Riccardo Bonacina, direttore di Vita sono intervenuti Anna Zattoni (Segretaria Generale di Valore D), Leonardo Becchetti (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Mauro Del Barba (parlamentare, relatore della legge sulle benefit corporation), Carlo Dell’Aringa (parlamentare già sottosegretario al welfare del governo Letta) e diversi rappresentanti del mondo dell'impresa: Fabio Galluccio (Tim), Marco Pezzana (Manfrotto), Flaminia Trapani (Pianoterra Onlus), Celeste Condorelli (Clinica Mediterranea Spa), Rino Bellori (Francesco e Chiara Impresa Sociale), Giovanni Arletti (Chimar), Stefano Cerrato (Banco Popolare).

«Abbiamo messo insieme modelli di impresa vincenti - ha raccontato Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato che ha promosso l'iniziativa insieme ad Aggiornamenti Sociali e Valore D - che, oltre ad assicurare occupazione e generare reddito, producono anche benessere per i lavoratori, le famiglie e i territori. La forma più recente di questo tipo di approccio sono le società benefit, istituite con la Legge di Stabilità, ma parliamo anche di pratiche più assodate come il volontariato di impresa, la responsabilità sociale di impresa e il welfare aziendale. Dimensioni che si intrecciano a cui dobbiamo guardare con attenzione e che devono essere tutelate e valorizzate».

Le forme del welfare aziendale sono molte: dagli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia al sostegno per le lavoratrici in maternità, dall'assicurazione medica integrativa finanziata dall'azienda ai molti servizi time-saving per una migliore qualità della vita dei lavoratori. In Italia si stanno diffondendo, ma siamo ancora all'inizio: secondo una recente indagine del Censis, solo il 49% delle nostre imprese adotta forme flessibili degli orari di lavoro, a fronte del 51% in Francia, il 55% in Spagna, il 58% in Germania, il 70% in Danimarca e Regno Unito, l'83% in Finlandia.

Così, soprattutto le donne sono spesso costrette a diminuire o addirittura abbandonare il lavoro per prendersi cura dei figli. Secondo il Censis sono quasi 450mila le famiglie in cui uno dei componenti, quasi sempre una donna, ha dovuto ridurre il proprio orario di lavoro per prendersi cura dei figli e 350mila persone hanno rinunciato, per lo stesso motivo, a cercare lavoro.

«Per questo - ha concluso Patriarca - abbiamo riunito in un convegno, inedito per le sale parlamentari, tanti imprenditori oltre che qualificati esperti, per dire al nostro Paese che i modelli vincenti ci sono, basta avere il coraggio di percorrerli e la lungimiranza di facilitarli».

Giacomo Costa, dal canto suo, si è agganciato all'enciclica Laudato Si', di papa Francesco, per ricordare che «i momenti di crisi sono momenti di cambio di paradigma e soprattutto segnalano la necessità di ricorrere a logiche diverse e alla loro ibridazione per far fronte a problemi che con il vecchio impianto appaiono insormontabili. Sono convinto che questo possa valere anche per immaginare l’articolazione del tessuto produttivo e le relazioni tra soggetti diversi per ispirazione e logica di funzionamento, quelli che tradizionalmente cataloghiamo come profit e non profit».

Sottolineando l'importanza di un'alleanza tra questi soggetti, senza dimenticare il contributo che può e deve dare la politica, il direttore di Aggiornamenti Sociali ha spiegato che questa collaborazione è ciò che in questi ultimi mesi «abbiamo sperimentato come rivista e come fondazione culturale legata ai gesuiti e alla Chiesa: siamo stati sollecitati a cooperare, a fare un pezzo di strada insieme a soggetti molto diversi. Ci ha chiesto fatica – in particolare quella di uscire dai nostri format consolidati – ma abbiamo trovato grandi stimoli e grande carica. E l'evento di oggi è un bell'esempio di ciò che si può fare insieme».

Tante le storie aziendali positive che sono state raccontate nel corso del convegno: "Picture of Life" di Manfrotto è un progetto che dà riscatto, attraverso la fotografia, a persone vittime di disagio o esclusione; l'associazione Pianoterra nasce a Napoli nel 2008, sostiene le famiglie più vulnerabili intervenendo su madri e bambine per spezzare la catena generazionale del disagio; la Clinica Mediterranea Spa - 180 posti letto, 400 lavoratori - con Mondo Donna offre un luogo di incontro con esperti e associazioni per coinvolgere cittadini e pazienti nella salute; “Francesco e Chiara” è un'impresa sociale che in provincia di Modena svolge servizi di assistenza per non autosufficienti, è nata dall’incontro tra un frate e l’Ordine Francescano, che disponeva di un immobile in disuso e un gruppo di professionisti; Chimar è un'azienda con 22 stabilimenti un fatturato che supera i 40 milioni di euro, da anni si impegna per dare la migliore qualità della vita e del lavoro ai propri collaboratori sviluppando, all’interno dell’azienda, un progetto per la qualità della vita dei lavoratori; il Banco Popolare dedica attenzione ai propri 17.500 dipendenti, mediante politiche di formazione, di welfare e di assistenza sanitaria integrativa di elevata qualità, sperimentando su alcuni territori il modello di “Smart Working”.


9 marzo 2016
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