Le migrazioni, Salvini e lo sconcertante bilancio del "Corriere"

Un commento all'articolo di Antonio Polito

Fine anno è tempo di bilanci, e la stampa non si è tirata indietro nel formulare giudizi e in qualche caso nel dare letteralmente i voti al governo giallo-verde della prima parte dell’anno e a quello giallo-rosso che l’ha sostituito da settembre in poi. Naturalmente le politiche migratorie sono uno dei temi più sentiti.
Più che alla stampa che fa da megafono al sovranismo, è interessante guardare alle posizioni della stampa mainstream: quella che riflette e plasma le opinioni delle élites del Paese. Qui il 28 dicembre il Corriere della Sera, con la prestigiosa firma di Antonio Polito, è uscito allo scoperto con una franchezza inusuale.
Anzitutto, il tema dell’immigrazione è posto sotto la voce “sicurezza”: già questa scelta d’inquadramento collima perfettamente con il linguaggio salviniano. L’immigrazione è una questione di sicurezza, o più esattamente una minaccia per la sicurezza. 
In secondo luogo nell’articolo si parla solo degli sbarchi: l’immigrazione sono gli sbarchi dal mare. Le politiche rivolte agli altri 5 milioni d’immigrati a Polito e al Corriere non sembrano interessare.
Terzo, la validità delle politiche migratorie si misura con il contenimento degli sbarchi. Polito plaude al crollo dei numeri: “metà rispetto all’anno scorso, addirittura il 90% in meno rispetto al 2017”.
Quarto, il merito è di Salvini, neanche dei controversi accordi con la Libia promossi dal suo predecessore Minniti: “È impossibile negare che la svolta l’abbia data Salvini al Viminale”. La sua politica non solo “ha funzionato sul piano dei numeri, ma “ha costretto l’Europa, almeno di tanto in tanto, a non voltarsi dall’altra parte”. Altra inesattezza: da Francia e Germania ha ottenuto qualche blando impegno sui ricollocamenti il governo Conte 2, non Salvini.
Per finire, il governo giallo-rosso “ha riaperto i porti, ma solo un po’”, per non provocare una “ripresa dell’immigrazione selvaggia”. Così il maggiore quotidiano italiano definisce gli sbarchi di persone in cerca di asilo. Come un Salvini qualsiasi. Proprio Salvini riceve un bel 7 da Polito, rispetto al misero 6 rimediato dai suoi successori,
C’è chi pensa e scrive che le élite liberali e colte siano per definizione favorevoli all’apertura dei confini, e quindi anche disposte all’accoglienza: non solo degli immigrati, ma anche dei richiedenti asilo. Dall’altra parte starebbero i localisti, magari radicati per mancanza di alternative, e comunque arroccati in difesa dei confini. Credo che la sconcertante lettura delle politiche migratorie proposta da Polito esprima invece in modo eloquente ciò che pensano i salotti di Milano e di molta Italia perbene. Le élite non sono affatto liberali, in materia d’immigrazione. I confini li vogliono aperti per sé e per i propri figli, non per chi cerca asilo. E agli immigrati che puliscono casa loro e assistono i loro anziani i confini li aprono, ma senza dirlo in giro, e senza scriverlo sul Corriere.
 
31 dicembre 2019
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