La nuova scienza dell’universo incantato. Un’antropologia dell’umanità (quasi tutta)

Marshall Sahlins
Raffaello Cortina, Milano 2023
Scheda di: 

Marshall Sahlins (1930-2021) è stato uno dei più importanti antropologi del XX secolo. Quest’opera, il cui titolo rimanda alla Scienza nuova di Giambattista Vico, punto di riferimento per l’A., parte da una premessa: la grande maggioranza delle popolazioni, per tutto l’arco della storia che ci è nota, ha abitato in un universo culturale, nel quale l’esistenza di entità spirituali non umane rappresenta una componente indispensabile per comprendere il funzionamento della realtà quotidiana. La presenza e l’azione di divinità, di “anime” di animali, oggetti e piante, degli spiriti dei trapassati e di entità spirituali umane collettive hanno dato forma all’organizzazione delle società, alla loro gestione dell’economia e del potere politico. Per tutte queste entità l’A. utilizza i termini “metapersone” e “metaumani”.

La comprensione di tale visione del mondo è resa difficile – argomenta l’A. – da una distorsione cognitiva che ha accompagnato il passaggio storico tra culture “immanentiste” e “trascendentiste”; questo ha dato vita alle grandi religioni universaliste, le quali separano la sfera del divino dalla sfera umana; successivamente, tale distinzione ha anche reso possibile lo sviluppo del pensiero scientifico basato sul naturalismo metodologico.

Dell’antica concezione immanentista rimane traccia nei sistemi di pensiero delle popolazioni indigene, indagati dagli etnografi durante il secolo scorso. L’ampia gamma di esempi presentati nel volume raccoglie infatti i risultati di ricerche condotte dalle origini dell’antropologia culturale, fino a studi più recenti sull’Amazzonia e sulla Melanesia. Alla luce di questa vasta ricognizione, l’A. propone di superare le categorie della “religione” e del “soprannaturale” – spesso utilizzata dagli antropologi – per comprendere le culture antiche e indigene; tali categorie, infatti, risultano da una visione trascendentista del mondo. Sahlins insiste invece sulla necessità di assumere una prospettiva il più possibile coerente con la visione immanentista, presupponendo quindi un’integrazione forte tra ciò che per noi appartiene alla sfera del mondo materiale – economia, politica, salute ecc. – e tutto quanto consideriamo appannaggio esclusivo della sfera religiosa.

La lettura di quest’opera costituisce un esercizio di spostamento – al netto di un certo spaesamento – del pensiero, nel tentativo di provare a guardare il mondo da una prospettiva radicalmente diversa. Può quindi risultare stimolante anche per il pubblico non strettamente interessato all’etnografia.

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