I leader militari birmani devono essere incriminati per genocidio e crimini di guerra contro la minoranza musulmana dei Rohingya. Lo scrive in un rapporto pubblicato a fine agosto la missione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite creata nel marzo 2017.
Sotto accusa, clamorosamente, è finita anche Aung San Suu Kyi, Nobel per la Pace nel 1991, per anni imprigionata dal regime e oggi leader de facto del Paese: il documento è molto critico nei suoi confronti, accusandola di non aver agito per fermare la violenza.
A rincarare la dose è stato il 28 agosto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad al Hussein, secondo il quale San Suu Kyi, che attualmente riveste la carica di consigliere di Stato e ministro per gli Affari esteri, dovrebbe dimettersi per la violenta campagna militare contro la minoranza musulmana dei Rohingya portata avanti dall’esercito del Myanmar.
«Aveva il potere per intervenire – ha detto Hussen – Avrebbe potuto almeno rimanere in silenzio o, ancora meglio, avrebbe potuto dimettersi. Non c’era bisogno che lei fosse il portavoce dell’esercito birmano, non doveva dire che le violenze sui Rohingya erano montate, parlando di disinformazione».
Il rapporto, basato su centinaia di interviste, è la più forte condanna da parte dell’Onu delle violenze perpetrate contro i Rohingya. Vi si legge che le tattiche dell’esercito sono state «coerentemente e grossolanamente sproporzionate rispetto alle attuali minacce alla sicurezza» e si dipinge un quadro in tutto simile a una vera e propria pulizia etnica nei confronti di questa minoranza musulmana.
Il governo del Myanmar ha respinto le conclusioni dell'inchiesta: «Non abbiamo autorizzato la missione Onu che indaga sui fatti del Myanmar ad entrare nel Paese, ed è per questo che non accettiamo nessuna risoluzione del Consiglio dei diritti dell'Uomo», ha dichiarato, Zaw Htay, portavoce del governo.
Sulla complessa evoluzione democratica del Myanmar, sul ruolo ancora forte dell'esercito e sulla vicenda dei Rohingya, Aggiornamenti Sociali ha pubblicato due recenti analisi: il secondo articolo è scaricabile gratuitamente anche per i non abbonati da oggi fino al 15 settembre.
Michele Boario, Michele Gaspari, Luca Sartorelli
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