L'impegno di chi non cede alla paura

Maurizio Ambrosini
Sono stato nei giorni scorsi a Como, invitato dal gruppo locale di Refugees Welcome Italia a presentare il mio ultimo libro. L’incontro si è caricato di un significato particolare, perché cadeva giusto alla vigilia del Giorno della Memoria: il collegamento tra le persecuzioni di un tempo e le chiusure di oggi non poteva passare inosservato. 

La città lariana inoltre è diventata negli ultimi mesi un luogo di scontri politici emblematici sui temi dell’accoglienza e della solidarietà con i richiedenti asilo. L’intolleranza si è manifestata dall’alto, con le misure varate dall’amministrazione locale, e dal basso, con l’irruzione di un gruppo di estremisti di destra e l’imposizione della lettura di un proclama a un incontro della rete di associazioni Como senza frontiere.

Come in casi analoghi, ma questa volta in una cornice così densa di significati, ho incontrato persone impegnate con dedizione e generosità nella causa dell’asilo: fino a ospitare i rifugiati a casa propria in alcuni casi, o mettendo a disposizione tempo, energie e risorse in tanti altri modi. Se la chiusura è oggi con ogni probabilità la scelta della maggioranza degli italiani, non mancano esperienze e gruppi locali che tengono viva la fiamma della difesa dei diritti umani. 

Le politiche migratorie sono oggi un luogo particolarmente sensibile del dibattito pubblico, come testimonia anche la produzione incontrollata di notizie drammatizzanti e dati semplicemente falsi sull’argomento. Sono forse il principale cavallo di battaglia dei movimenti populisti e sovranisti. È allora un segno di speranza vedere all’opera minoranze tenaci e impegnate, che mostrano il volto migliore di una società civile che non si arrende alla paura, all’indifferenza, a forme di razzismo neppure troppo nascoste.

La sera stessa al figlio di Liliana Segre ho mandato questo messaggio: «Un pensiero per la tua mamma e per tutti i perseguitati. Che nessuno abbia più a soffrire per motivi di razza, religione, origine o altre discriminazioni!». E un pensiero anche ai volontari e agli attivisti che operano affinché la storia non si ripeta.


29 gennaio 2018
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