L'Europa apre alla brevettabilità dell'ovulo umano


È di oggi, e sta facendo molto discutere, una nota della Corte di giustizia dell'Unione europea, con sede in Lussemburgo, che apre la strada alla brevettabilità dell'ovulo umano, quando non sia stato fecondato. «Un organismo non in grado di svilupparsi in essere umano - afferma la Corte - non costituisce un embrione umano ai sensi della direttiva sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Pertanto le utilizzazioni di un organismo del genere a fini industriali o commerciali possono essere, in linea di principio, oggetto di brevetto».

Il risvolto pratico di questa novità giuridica - che arriva dopo un ricorso della multinazionale biotech International Stem Cell Corporation - è che un ovulo umano sviluppato in laboratorio ma non fecondato potrà essere utilizzato per sperimentazioni, per la ricerca su malattie, persino comprato e venduto. Una sentenza della stessa Corte emessa nel 2011, quella sul caso Brustle, andava in un'altra direzione, affermando che «la nozione di embrione umano comprendeva gli ovuli umani non fecondati», poiché «tali ovuli erano tali da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano». Un preciso paletto che impediva la brevettabilità e la commercializzazione degli stessi ovuli. Questa decisione viene di fatto ribaltata oggi.

Molti, naturalmente, gli interrogativi etici. Sullo sfondo, come sempre in casi simili, alcune questioni chiave come la definizione di persona, le potenzialità e i limiti della ricerca scientifica, il ruolo delle multinazionali. temi di cui Aggiornamenti Sociali si è ripetutamente occupata. Di seguito segnaliamo alcuni degli articoli più recenti.


GRUPPO DI STUDIO SULLA BIOETICA, Il senso della medicina, novembre 2013

Massimo REICHLIN, Persona, marzo 2013

Fabrizio TUROLDO, Responsabili della fragilità: La tutela umana nella ricerca scientifica, febbraio 2012

Andrea VICINI, Biopotere, gennaio 2010
18/12/2014
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