ArticoloReligioni e società

Imparare a vivere insieme. Riflessioni sul pluralismo religioso a partire dal caso della scuola di Pioltello

Intervista a mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della Diocesi di Milano a cura di Paolo Foglizzo
Fascicolo: maggio 2024

Sulla vicenda dell’Istituto comprensivo “Iqbal Masih” di Pioltello la Chiesa ambrosiana ha ripetutamente preso posizione in modo molto chiaro. Possiamo riepilogare i diversi interventi?

 

La Diocesi è intervenuta a partire da sollecitazioni esterne, ma in modo consapevole, portando avanti una linea chiara. Visto il polverone politico e mediatico scatenatosi intorno alla vicenda, una prima richiesta è arrivata dal settimanale Famiglia Cristiana, rivolta al diacono Roberto Pagani, responsabile del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi. Pagani ha espresso la posizione della Chiesa ambrosiana: non ci sentiamo feriti da una decisione come quella dell’Istituto comprensivo “Iqbal Masih” di Pioltello, perché riteniamo la libertà religiosa un valore. Viviamo in un contesto di pluralismo delle presenze religiose, che ci piace, e non c’è ragione di negare visibilità a una fede che sul territorio è molto diffusa. Nei giorni successivi anche l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha più volte ribadito questa posizione, rispondendo a domande postegli a bruciapelo in circostanze non legate alla vicenda. Intanto, autonomamente, i parroci di Pioltello avevano deciso di intervenire con una lettera che è stata letta al termine di tutte le messe celebrate domenica 24 marzo nelle tre parrocchie della città. L’intenzione era aiutare i fedeli a orientarsi, ma soprattutto sostenere i ragazzi della scuola coinvolta, per incoraggiarli a rimanere uniti ed evitare “l’importazione” nel loro mondo di divisioni e polarizzazioni tipiche di quello degli adulti.

 

Ma perché intervenire con tanta decisione su una vicenda che, in fondo, non coinvolge direttamente i cattolici? Che cosa c’entrano il Vescovo e la Diocesi con la decisione di una scuola pubblica relativa a una ricorrenza religiosa musulmana?

 

Effettivamente come vicario episcopale faccio molta attenzione a rispettare i confini. Già in seminario abbiamo appreso che esiste una sana laicità della vita sociale ed è bene evitare che la Chiesa cattolica si ritenga interpellata su tutto. In questo caso ci siamo sentiti coinvolti perché il dibattito aveva spostato la questione sul terreno dell’identità cristiana o cattolica del nostro Paese, e del rapporto tra le religioni. [continua]

 

 

 

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