ArticoloReligioni e società
Imparare a vivere insieme. Riflessioni sul pluralismo religioso a partire dal caso della scuola di Pioltello
Intervista a mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della Diocesi di Milano a cura di Paolo Foglizzo
Sulla vicenda dell’Istituto comprensivo “Iqbal Masih” di Pioltello la Chiesa
ambrosiana ha ripetutamente preso posizione in modo molto chiaro.
Possiamo riepilogare i diversi interventi?
La Diocesi è intervenuta a partire da sollecitazioni esterne, ma in modo
consapevole, portando avanti una linea chiara. Visto il polverone politico
e mediatico scatenatosi intorno alla vicenda, una prima richiesta è arrivata
dal settimanale Famiglia Cristiana, rivolta al diacono Roberto Pagani,
responsabile del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della
Diocesi. Pagani ha espresso la posizione della Chiesa ambrosiana: non ci
sentiamo feriti da una decisione come quella dell’Istituto comprensivo
“Iqbal Masih” di Pioltello, perché riteniamo la libertà religiosa un valore.
Viviamo in un contesto di pluralismo
delle presenze religiose, che ci
piace, e non c’è ragione di negare
visibilità a una fede che sul territorio
è molto diffusa.
Nei giorni successivi anche l’arcivescovo
di Milano, mons. Mario
Delpini, ha più volte ribadito questa
posizione, rispondendo a domande
postegli a bruciapelo in circostanze
non legate alla vicenda. Intanto, autonomamente,
i parroci di Pioltello
avevano deciso di intervenire con
una lettera che è stata letta al termine
di tutte le messe celebrate domenica
24 marzo nelle tre parrocchie
della città. L’intenzione era aiutare
i fedeli a orientarsi, ma soprattutto
sostenere i ragazzi della scuola coinvolta,
per incoraggiarli a rimanere uniti
ed evitare “l’importazione” nel loro mondo di divisioni e polarizzazioni
tipiche di quello degli adulti.
Ma perché intervenire con tanta decisione su una vicenda che, in fondo,
non coinvolge direttamente i cattolici? Che cosa c’entrano il Vescovo e la
Diocesi con la decisione di una scuola pubblica relativa a una ricorrenza
religiosa musulmana?
Effettivamente come vicario episcopale faccio molta attenzione a rispettare
i confini. Già in seminario abbiamo appreso che esiste una sana laicità della
vita sociale ed è bene evitare che la Chiesa cattolica si ritenga interpellata
su tutto. In questo caso ci siamo sentiti coinvolti perché il dibattito aveva
spostato la questione sul terreno dell’identità cristiana o cattolica
del nostro Paese, e del rapporto tra le religioni. [continua]
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