Articolo75 anni insiemeDialoghi

Il mondo visto da chi lo racconta

Esprit: a servizio del dialogo, Anne Dujin / Giornalismo di qualità, anche online, Luca Misculin / Abitare la tensione, Rita Carvalho / «Essere presenti dove sono le persone», Paolo Bovio
Fascicolo: gennaio 2025
Nell’attuale panorama mediatico c’è ancora spazio per i mezzi di comunicazione che si propongono di offrire gli strumenti per formarsi un’opinione consapevole e critica sui fatti? Quale ruolo svolgono nel favorire la circolazione di idee e opinioni e nel far conoscere i cambiamenti sociali, politici, culturali e scientifici? Queste domande ci accompagnano come Redazione di Aggiornamenti Sociali, perché riguardano il modo in cui concepiamo e realizziamo la missione, espressa sinteticamente nella frase «scoprire legami in un mondo che cambia». L’anniversario dei 75 anni della Rivista è l’occasione per ritornare a riflettere su questi interrogativi, che non riguardano solo il sistema dei media e le sue logiche di funzionamento nell’epoca del digitale, ma coinvolgono anche questioni centrali per la comunità civile. Ci riferiamo, ad esempio, allo svolgimento da parte dei media di quel ruolo di “quarto potere”, a salvaguardia della democrazia, o le condizioni che rendono possibile una partecipazione informata da parte dei cittadini alla vita pubblica, in grado di incidere sulle scelte della classe dirigente. Per avere un confronto ampio abbiamo sottoposto queste domande ad altre realtà del mondo della comunicazione, che hanno prospettive tra loro molto diverse. Ci siamo rivolti ad Anne Dujin, caporedattrice dell’autorevole rivista francese Esprit, fondata nel 1932; a Luca Misculin, giornalista del quotidiano online il Post e voce nota per chi segue i podcast; a Rita Carvalho del portale Pontosj, creato dai gesuiti portoghesi come strumento per animare il dibattito pubblico del loro Paese; infine a Paolo Bovio, managing editor di Will Media, che da cinque anni fa informazione attraverso i social media. L’incrocio di sguardi tra chi vive e lavora in Italia o all’estero, tra chi usa strumenti comunicativi differenti, tra generazioni diverse, tra realtà laiche e altre che si richiamano a un’appartenenza ecclesiale, restituisce un’immagine precisa e a tratti preoccupata dello stato dell’informazione, ma ispira anche fiducia e incoraggia per la passione e la creatività che traspaiono nei vari contributi. [continua]

 

 

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