Il mondo visto da chi lo racconta
Esprit: a servizio del dialogo, Anne Dujin / Giornalismo di qualità, anche online, Luca Misculin / Abitare la tensione, Rita Carvalho / «Essere presenti dove sono le persone», Paolo Bovio
Nell’attuale panorama mediatico c’è ancora spazio per i mezzi di
comunicazione che si propongono di offrire gli strumenti per formarsi
un’opinione consapevole e critica sui fatti? Quale ruolo svolgono
nel favorire la circolazione di idee e opinioni e nel far conoscere i
cambiamenti sociali, politici, culturali e scientifici? Queste domande
ci accompagnano come Redazione di
Aggiornamenti Sociali, perché
riguardano il modo in cui concepiamo e realizziamo la missione,
espressa sinteticamente nella frase «scoprire legami in un mondo
che cambia». L’anniversario dei 75 anni della Rivista è l’occasione per
ritornare a riflettere su questi interrogativi, che non riguardano solo
il sistema dei media e le sue logiche di funzionamento nell’epoca del
digitale, ma coinvolgono anche questioni centrali per la comunità
civile. Ci riferiamo, ad esempio, allo svolgimento da parte dei media
di quel ruolo di “quarto potere”, a salvaguardia della democrazia, o
le condizioni che rendono possibile una partecipazione informata da
parte dei cittadini alla vita pubblica, in grado di incidere sulle scelte
della classe dirigente. Per avere un confronto ampio abbiamo sottoposto
queste domande ad altre realtà del mondo della comunicazione,
che hanno prospettive tra loro molto diverse. Ci siamo rivolti
ad Anne Dujin, caporedattrice dell’autorevole rivista francese
Esprit,
fondata nel 1932; a Luca Misculin, giornalista del quotidiano online il
Post e voce nota per chi segue i podcast; a Rita Carvalho del portale
Pontosj, creato dai gesuiti portoghesi come strumento per animare
il dibattito pubblico del loro Paese; infine a Paolo Bovio, managing
editor di Will Media, che da cinque anni fa informazione attraverso i
social media. L’incrocio di sguardi tra chi vive e lavora in Italia o all’estero,
tra chi usa strumenti comunicativi differenti, tra generazioni
diverse, tra realtà laiche e altre che si richiamano a un’appartenenza
ecclesiale, restituisce un’immagine precisa e a tratti preoccupata dello
stato dell’informazione, ma ispira anche fiducia e incoraggia per la
passione e la creatività che traspaiono nei vari contributi. [continua]
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