I numeri sui rifugiati: dalle narrazioni alla realtà
Maurizio Ambrosini
È uscito in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati (20 giugno) il Rapporto dell’UNHCR e anche quest’anno ci ricorda una serie di dati che non troviamo facilmente sui grandi media.
Anzitutto la crescita delle persone che sono state costrette a lasciare la propria casa: 70,8 milioni a fine 2018, 2,3 milioni in più dello scorso anno. Uno su due sono minorenni. Due su tre vengono da cinque Paesi soltanto: nell’ordine Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Myanmar, Somalia. Non esistono conflitti soltanto locali, privi di ripercussioni per le regioni circostanti.
Per quanto riguarda i luoghi di accoglienza, le sorprese non mancano rispetto a quanto comunemente si crede. La maggior parte dei rifugiati sono sfollati interni (nel gergo internazionale, IDP: Internal displaced people), ossia hanno cercato scampo in un’altra regione del proprio Paese. Si tratta di 41,3 milioni, il 58,3% del totale.
Quanto ai rifugiati internazionali (25,9 milioni più 3,5 milioni di richiedenti asilo), quattro su cinque si fermano nei Paesi che confinano con quello di origine, con i Paesi in via di sviluppo in prima fila. Ospitano infatti l’84% dei rifugiati internazionali. Troviamo al primo posto la Turchia (3,7 milioni, perlopiù siriani), seguita dal Pakistan (1,4 milioni, in gran parte afghani), dall’Uganda (1,2 milioni, provenienti soprattutto da Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo) e dal Sudan (1,1 milioni, dovuti soprattutto agli arrivi dal Sud Sudan). Tra i Paesi ai primi posti della classifica, l’unico a sviluppo economico avanzato, oltre che appartenente all’UE, è la Germania.
I Paesi più deboli, collocati nelle ultime posizioni nella graduatoria basata sull’Indice di sviluppo umano dell’ONU, accolgono 6,7 milioni di persone, ossia un rifugiato su tre. Sono Paesi molto poveri come Uganda, Bangladesh, Etiopia, Ciad, Yemen. Rappresentano il 13% della popolazione mondiale e appena l’1,25% dell’economia globale.
Molto istruttivo anche il dato che confronta il numero dei rifugiati con quello dei residenti. Qui spicca il primo posto del piccolo e travagliato Libano, con 156 rifugiati ogni 1.000 abitanti, esclusi i palestinesi. Segue la Giordania con 72, poi la Turchia con 45. Gli unici Paesi dell’UE tra i primi dieci in questo caso sono la Svezia, con 25, e Malta, con 20.
E l’Italia? A dispetto di tante polemiche, siamo lontani da questi numeri. Secondo l’ONU, a fine 2018 accoglievamo 295.599 richiedenti asilo e rifugiati, pari a circa 5 persone su 1.000 residenti. La distanza tra le narrazioni e la realtà è strabiliante.
2 luglio 2019
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