I gesuiti, la giustizia e la riconciliazione

Un Congresso per i 50 anni del Segretariato per la Giustizia sociale e l’Ecologia

Dalla lotta allo sfruttamento ambientale in Honduras al recupero dei giovani delle gang negli Stati Uniti, dai dalit sfollati dalla loro terra in India alle sfide educative con i giovani in Africa, dal lavoro con i migranti e i rifugiati che arrivano in Europa all’impegno contro il cambiamento climatico: il Segretariato per la Giustizia Sociale e l’Ecologia (SJES) della Compagnia di Gesù compie 50 anni e per celebrare questo anniversario, riflettere sul cammino percorso e sulle sfide attuali nei tanti campi di azione in cui è impegnato, organizza a Roma un Congresso mondiale, da oggi all’8 novembre.

Il Congresso si svolge presso la Curia generalizia della Compagnia di Gesù e vede la partecipazione di oltre 200 tra gesuiti, esperti, attivisti provenienti da tutti i continenti e impegnati in quelle che Papa Francesco definisce le “periferie” del mondo. Il primo giorno, lunedì 4 novembre, si ricorda il passato di questa iniziativa fondata dall’allora Padre Generale dei gesuiti, Pedro Arrupe, nel 1969; al termine della prima giornata verrà celebrata una messa in memoria dei “martiri” gesuiti morti nello svolgimento della loro missione.

Martedì 5 e mercoledì 6 il congresso metterà a fuoco le sfide del presente, mentre gli ultimi due giorni, giovedì 7 e venerdì 8, saranno l’occasione per rinnovare per il futuro l’impegno per la giustizia sociale e l’ecologia.

Intervengono, tra gli altri, il padre Ismael Moreno, in prima linea in Honduras con le popolazioni locali per contrastare lo sfruttamento delle multinazionali; il padre Gregory Boyle, direttore di Homeboy Industries, associazione che recupera ragazzi delle gang di Los Angeles; il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo in Perù e membro del recente Sinodo sull’Amazzonia; l'ambientalista indiana Sunita Narain; il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione rifugiati e migranti del Vaticano; l’economista statunitense Jeffrey Sachs; la giovane attivista sudafricana Noluthando Honono; e naturalmente il Preposito Generale dei gesuiti, padre Arturo Sosa. La mattina di giovedì 7 novembre i partecipanti saranno ricevuti da Papa Francesco.

«La celebrazione non è centrata su quel che abbiamo raggiunto nei 50 anni passati, ma sui poveri e i vulnerabili», afferma il padre P. Xavier Jeyaraj, direttore del SJES. «La povertà è uno scandalo che non possiamo accettare. Il nostro obiettivo, radunando oltre 200 persone da tutto il mondo, è di rinnovare il nostro impegno e riaffermare che siamo determinati a stare accanto ai poveri e a riconoscere che Dio soffre con loro». Mostre, incontri, ritiri spirituali per i 50 anni del segretariato si sono già svolte nel corso dell’anno in America latina, Asia, Africa ed altre iniziative seguiranno nei prossimi mesi in Europa e Nord America.
4 novembre 2019
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