ArticoloSocial media

Hipster Democratici, la satira dal basso

Fascicolo: giugno-luglio 2023

Anche in Italia i meme come forma di comunicazione politica sono divenuti importanti, in account sia di gruppi di privati cittadini sia istituzionali. Ne parliamo con Andrea Masino e Alessandro Ruggiero, che hanno aperto la pagina Facebook di “Hipster Democratici”: come è nata l’idea e come avete pensato di ricorrere ai meme?

La pagina nasce alla fine dell’estate del 2012. Ci sembrava che i meme con le frasi delle canzoni dei gruppi “indie” che stavano diventando famosi (i Cani, Calcutta, Brunori Sas, ecc.) fossero un modo efficace di fare satira sulla politica e sull’attualità. La successiva esplosione di popolarità di quel genere musicale ha contribuito alla diffusione dei meme prodotti dalla nostra comunità.

Hipster Democratici è una pagina Facebook satirica fondata da Andrea Masino e Alessandro Ruggiero nel 2012 e oggi presente anche su Instagram. La pagina si occupa di politica, musica e attualità, pubblicando meme e riflessioni quotidianamente grazie al contributo di un’ampia community riunita nel gruppo Facebook omonimo. Dal 2020 curano anche un podcast su meme, politica e società.
Ai tempi si parlava molto di “hipster”, per intendere un personaggio pieno di sé, che sa tutto lui. Rappresentava uno stereotipo divertente per descrivere il militante medio del Partito democratico, e per questo abbiamo deciso di chiamare così il gruppo. Il punto di svolta è poi arrivato con le primarie del 2013 tra Bersani, Renzi e Vendola e con le elezioni europee del 2014, anni in cui la nicchia di chi ascoltava musica indie è cresciuta, e di conseguenza sono cresciuti anche i nostri fan.

 

Hipster Democratici è una vera e propria community. Come funziona il processo creativo e partecipativo della pubblicazione di un meme?

Negli anni si è creata una folta community, non solo virtuale, a partire dal gruppo Facebook collegato alla pagina. In questo gruppo diversi creator possono postare i propri contenuti che poi selezioniamo e pubblichiamo sulle nostre pagine social con i dovuti credit.

Parafrasando Gaber: i meme sono più di destra o di sinistra?

Il meme in sé è ovviamente uno strumento, e in quanto tale neutro. In Italia molte pagine di meme sono più vicine al mondo della sinistra, mentre a destra non sono mai nate grandi comunità satiriche. Questo perché le comunità “reazionarie” online sono tendenzialmente caratterizzate da enormi gruppi chiusi e dominati da dinamiche “di branco”, soprattutto su Facebook. Si tratta di spazi dove utenti più politicizzati usano un umorismo piuttosto elementare e qualunquista in nome del “politicamente scorretto”. Ma dietro al meme “non buonista” non si cela tanto una forma di black humor quanto un contenuto intriso di razzismo, omofobia e sessismo, che ha sicuramente presa in alcuni ambienti. In generale, ci sono poche pagine con molti follower, e diverse realtà di nicchia che riprendono contenuti dell’estrema destra statunitense. Ci sono poi pagine orientate a destra (es. Bipensiero) che hanno ricoperto un ruolo importante nella formazione della “cultura memetica” italiana.

I meme, oltre a far ridere, influenzano la politica e le scelte elettorali?

In termini di persone raggiunte l’impatto dei meme sul dibattito politico italiano parrebbe limitato. Se sommiamo i follower della nostra pagina, quelli di “Socialisti Gaudenti” e quelli di “Sapore di Male” (riconducibili alla stessa area politica), arriviamo a circa 400mila persone, i cui membri attivi sono meno della metà.

Al di là di quelli creati (o commissionati) da vari politici a scopi propagandistici, i meme frutto della cultura partecipativa online possono aprire a una discussione politica seria. Se ben pensati e strutturati, possono servire come scintilla per accendere il fuoco della curiosità su un tema politico. Ad esempio, se io non sapessi nulla su un tema e vedessi un meme al riguardo, leggendolo potrei farmi un’idea, cercare ulteriori informazioni e apprendere qualcosa di nuovo. Un nostro punto di forza è che vari giornalisti sono nostri follower, per cui, attraverso il loro rilancio dei nostri meme, la pagina può avvicinare tanti, specialmente giovani, al dibattito politico.

Spesso si legge l’espressione «Ma cosa memiamo a fare?» per commentare notizie dei politici. La politica ha forse superato i meme?

La politica si sta “memificando”, nel senso che ricerca la semplificazione estrema dei contenuti, come nel caso delle elezioni statunitensi del 2016, in cui Donald Trump e il suo entourage ne hanno fatto abbondante uso. I meme per la loro immediatezza si prestano a diffondere “idee senza parole” (cfr Jesi F., Cultura di destra, Nottetempo, Milano 2020). In Italia i meme sono un veicolo di propaganda in forte ascesa, che può essere usato in diversi modi, non sempre corretti. Vi sono infatti pagine che dietro un’ironia piuttosto goffa inondano la Rete di false informazioni. Grazie, ad esempio, a pagine come “Sesso, droga e pastorizia”, l’”ignoranza” è diventata uno status, un valore da difendere e diffondere. L’apparente “imparzialità” di queste pagine rende ancora più facile far passare messaggi politici e culturali “nascosti”, profittando del legame diretto instaurato con i fan.

Ultimo numero
Leggi anche...

Rivista

Visualizza

Annate

Sito

Visualizza