Gli strumenti di comunicazione digitale hanno avuto un’accelerazione notevole negli ultimi anni tale da trasformarli in attori globali capaci di relazionarsi con diversi interlocutori a livello politico, diplomatico, economico e culturale. Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e altri social media non si possono più classificare solo come degli "strumenti" bensì come ambienti nei quali siamo immersi e che sono in grado di influenzare i nostri comportamenti e le nostre abitudini.
È dunque ormai evidente, e lo si è visto bene nell'ultima campagna elettorale, che l’uso dei social costituisce un’opportunità per leader e candidati politici, opportunità - spiega Carelli - vincolata da tre fattori: la diffusione tecnologica, il contesto politico-instituzionale, le caratteristiche organizzative di partiti e movimenti.
Secondo i dati riportati nell'articolo ed elaborati da Blogmeter, nel 2018 l’utilizzo di social network da parte dei politici è raddoppiato rispetto alla campagna elettorale del 2013. Il ruolo preponderante lo ha svolto Facebook, su cui si sono condensati il 60% dei messaggi e il 91% delle interazioni complessive. Matteo Salvini è stato il leader più citato sui social, seguito da Luigi di Maio. Per quanto riguarda le interazioni è invece il Movimento 5 Stelle ad avere concentrato su di sé la maggior attenzione.
Stando ai risultati delle urne, la strategia più efficace sembra essere stata quella praticata da Salvini e Di Maio, che attraverso messaggi semplici e diretti sono riusciti a creare coinvolgimento e partecipazione. Al contrario il segretario del PD Matteo Renzi ha preferito una comunicazione mirata, messaggi lunghi ed esplicativi, che dimostravano la necessità di difendersi dagli attacchi degli avversari politici.
Al di là di giudizi di merito sull' "offerta" politica dei vari partiti e movimenti, certamente la campagna elettorale 2018 ha segnato, per l'Italia, il battesimo di una nuova generazione di leader politici capaci di sfruttare le opportunità che offrono i social network, sebbene non vada dimenticato il potere d'influenza, ancora molto forte, dei talk-show televisivi.
Chiara Pastori