Expo 2015, gli arresti e la «questione morale»

Venerdì 9 maggio il Gip (giudice per le indagini preliminari) di Milano ha autorizzato l’arresto di sette esponenti del mondo politico e imprenditoriale con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Secondo i giudici si sarebbe formata una sorta di «cupola» che gestiva gli appalti legati a Expo 2015.

Tra gli indagati
rispuntano i nomi di Primo Graganti, diventato noto negli anni Novanta come «compagno G» durante l’inchiesta Mani Pulite per aver procurato tangenti al Pci e al Pds, e Gianstefano Frigerio, un ex democristiano passato poi a Forza Italia, coinvolto anch’egli in Tangentopoli è stato condannato per i finanziamenti illeciti alla Dc.

Al di là delle singole responsabilità
, ancora tutte da accertare, gli arresti mettono in evidenza come, anche nel caso dell’Expo, l’intreccio tra affari pubblici e privati, gli interessi della malavita organizzata e la corruzione siano problemi reali e che la «questione morale» sia ancora ben presente nel nostro Paese.

Aggiornamenti Sociali propone ai suoi lettori due articoli come spunto per una riflessione su questi temi.



15 maggio 2014




10/04/2014
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