Expo 2015 e lotta alla fame, la Chiesa si mobilita


La conferenza stampa svoltasi il 24 febbraio, presso la Curia Arcivescovile di Milano, con la presenza del cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e presidente di Caritas Internationalis, è stata l'occasione per fare il punto sui numerosi livelli di impegno della Chiesa universale sul tema della lotta alla fame. Impegno che avrà il suo momento culminante durante l'Esposizione universale che si svolgerà nel 2015 a Milano.

Introdotto dal saluto «a distanza» del cardinale Angelo Scola, impegnato a Roma ma mittente di un messaggio letto dal vicario mons. Luca Bressan, Maradiaga ha spiegato anzitutto i motivi della presenza di Caritas a Expo 2015. «Se un'esposizione è chiamata universale - ha spiegato il porporato - penso che debba a maggior ragione essere rappresentativa di tutta la famiglia umana, anche di coloro che vivono ai margini dal punto di vista sociale ed economico. Con la nostra presenza come Caritas vogliamo ricordare a tutti quelli che partecipano a Expo che viviamo in un momento storico dove il divario tra ricchi e poveri sta crescendo».

Forte della sua diffusione in oltre 160 Paesi, Caritas internationalis porterà uno sguardo globale sul tema della fame e metterà a disposizione di tutti l'ampio ventaglio di buone pratiche promosse dalle varie Caritas nazionali. Maradiaga, che ha definito l'Expo «una bellissima vetrina della creatività umana», ha ribadito con forza che la Chiesa non può accettare che oltre 840 milioni di persone soffrano la fame, ha ricordato l'importanza della campagna «Una sola famiglia umana, cibo per tutti», lanciata lo scorso 10 dicembre dallo stesso Papa Francesco e ha spiegato che uno degli obiettivi della campagna - che terminerà con un grande convegno il 19 maggio 2015, durante Expo - è quello di formulare una proposta di legge (che verrà poi adattata ai vari Paesi) per realizzare pienamente il diritto all'alimentazione riconosciuto anche dall'Onu.

A questa campagna mondiale parteciperà ovviamente anche la Caritas italiana, come ha spiegato il presidente mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, in collaborazione con altre realtà ecclesiali (ad esempio Focsiv, Azione cattolica, Cvx). In Italia si è deciso di aggiungere una sorta di sottotitolo al nome della campagna: «È compito nostro», per sottolineare l'appello alla mobilitazione personale e comunitaria che verrà rivolto a tutte le parrocchie. Gli strumenti per raggiungere questo obiettivo di sensibilizzazione saranno la distribuzione di un toolkit formativo pensato soprattutto per le scuole, un sito web dedicato e altri canali comunicativi. La campagna italiana - che si concentrerà anche su temi più tipici del Nord del mondo, quali lo spreco alimentare e le nuove povertà - verrà lanciata ufficialmente il prossimo 28 febbraio.

È già al lavoro da tempo, invece, la Caritas ambrosiana, che - sotto il coordinamento della Caritas internationalis e in sintonia con le iniziative che verranno promosse dal Vaticano - sta preparando una serie di eventi che, come ha spiegato il vicedirettore Luciano Gualzetti, entreranno nel programma ufficiale di Expo 2015. Alcuni vedranno la partecipazione diretta anche di Aggiornamenti Sociali e di altre realtà della Fondazione culturale San Fedele di Milano (Popoli e Centro culturale), come il call for papers che si è chiuso il 10 febbraio e i seminari che si svolgeranno nell'autunno 2014.

«È un onore e un incoraggiamento»: così Stefano Gatti, direttore generale della divisione partecipanti di Expo 2015 spa, ha reagito di fronte a questa molteplicità di iniziative: «A Expo non verranno solo Paesi, ma verrà il mondo. E la presenza così forte della Chiesa è per noi una grande spinta a concentrarci sui contenuti dell'evento, ovvero sulla sfida di costruire un mondo dove la fame sia definitivamente sconfitta».


25 febbraio 2014



18/02/2014
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