Disinvestimento alla norvegese

Chiara Tintori
Basta versare lacrime sulle scellerate scelte energetiche oltreoceano! Lasciamo da parte Trump e il suo flirt per il carbone, e guardiamo alla nostra Europa e alla verdissima Norvegia. 

Se il Paese scandinavo si è sempre contraddistinto per una elevata sensibilità ambientale, questa volta ha superato se stesso, quando la prima ministro conservatore Erna Solberg ha dichiarato "Non possiamo pensare di vivere di rendita grazie al petrolio". 

Forse le è sfuggito che le trivellazioni marine contano per circa il 15% del PIL norvegese, e da decenni forniscono ampie entrate al fondo pensionistico pubblico, il più ricco del mondo? Nessuna svista, anche perché lo stesso fondo sovrano sta disinvestendo dal petrolio, partecipando in prima linea alla campagna mondiale Fossil Free, proponendo a cittadini e istituzioni di fare delle scelte di investimento finanziario uno strumento di pressione per la transizione energetica in vista della lotta ai cambiamenti climatici (alla stessa campagna ha aderito anche Aggiornamenti Sociali).

La dichiarazione della prima ministra si accompagna al Libro bianco governativo sulla strategia di sviluppo futuro, nel quale si afferma che il business norvegese alla lunga potrà solo guadagnare dall’addio al petrolio come fonte principale di profitti. 

È tempo di green economy. Del resto la Norvegia è già sulla buona strada, se pensiamo che ha il più alto tasso al mondo di veicoli elettrici: 100mila unità su poco più di 5 milioni di abitanti. Nel 2016 le vendite di veicoli elettrici hanno costituito il 40,2% delle nuove immatricolazioni, con una crescita del 39,2% rispetto all’anno precedente (in Italia sono lo 0,1%). Un boom motivato certamente anche dagli incentivi, visto che le auto elettriche in Norvegia sono esenti dall’IVA e da altre tasse di acquisto, non pagano il pedaggio stradale e l’accesso a tunnel o traghetti, oltre a poter parcheggiare gratuitamente ed effettuare la ricarica negli oltre 10mila punti di rifornimento.

Che sia proprio un "petroStato" come la Norvegia a intraprendere così speditamente la strada della transizione energetica e dell’uscita dai combustibili fossili lascia ben sperare: anche negli altri Paesi europei le sinergie tra politiche pubbliche e private possono portare a coraggiose scelte industriali ed energetiche nella stessa direzione.

14 aprile 2017
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