"In questi giorni ho pensato al personaggio biblico di Davide, in attesa di affrontare Golia. Come Davide in quella valle, dobbiamo spogliarci della spada e dell'armatura che in questi anni abbiamo indossato e che ora ci appesantirebbero. Di Davide ci servono il coraggio e la fiducia. Il coraggio di mettere da parte quella "prudenza politica" che spinge a evitare il confronto con le nostre paure, a rimanere nella valle e, se proprio decidiamo di muoverci, a farlo con indosso l'armatura. Il coraggio di affrontare la sfida liberandoci dell'armatura, forse lo abbiamo trovato. La fiducia è quella che chiediamo al Parlamento e agli italiani". (cfr www.governo.it)
Con queste parole il presidente del Consiglio, on. Enrico Letta, ha concluso il discorso di presentazione del programma di Governo e chiesto alla Camera di concedergli la fiducia, lo scorso 29 aprile. Mi sembra che l'immagine di Davide di fronte a Golia esprima non solo lo stato d'animo del premier (lo ha detto lui stesso) e forse quello dell'intero Governo, ma catturi la situazione del Paese nel suo complesso.
Nel racconto biblico, infatti, Golia è la figura simbolica che, fin dalle sue dimensioni gigantesche, incarna la potenza del male che paralizza di terrore l'esercito di Israele e tutto il popolo. Non si può dubitare che l'Italia si avviti da tempo in una spirale di paralisi, di cui lo stallo che ha costretto i partiti a supplicare il presidente Napolitano di accettare la rielezione è la rappresentazione icastica. La recessione, che segue lunghi anni di crescita debolissima, è il sintomo di un sistema economico paralizzato, incapace di innovarsi a difesa della propria competitività; le infinite proposte di riforme mai realizzate - quella della legge elettorale è solo il caso più drammaticamente eclatante - segnalano una paralisi istituzionale; il bipolarismo sprofondato nella personalizzazione e andato in tilt con l'apparire sulla scena del M5S sono la spia della paralisi del sistema politico.
L'elenco potrebbe continuare all'infinito, con l'unico effetto di gonfiare la paura del futuro e quindi la paralisi: la complessità è tale che qualunque via di uscita appare irrealistica, come affermano alcuni commenti al discorso del presidente Letta. Il racconto del duello tra Davide e Golia ci dice che è possibile superare questa situazione cambiando di logica. Davide sconfigge Golia perché rinuncia al confronto sul piano della forza (rifiuta di indossare l'armatura) e, consapevole dei propri limiti, sceglie strumenti apparentemente deboli ma adatti alla situazione. Dopo anni di crisi le analisi delle cause si sprecano e collegano ciascuno dei blocchi che paralizzano il Paese alla paura di perdere sicurezze acquisite: dalle rendite di posizione di alcune categorie sociali ed economiche alle dinamiche consolidate di rapporto fra gli schieramenti politici. Quello che serve è proprio il coraggio di uscire dalla logica di difesa delle sicurezze di parte, che ci ha condotti quasi a tagliare il ramo su cui tutti siamo seduti. Non è una bacchetta magica né la garanzia di riuscire a risolvere tutti i problemi - e certamente questo spaventa - ma è l'unico modo per aprire uno spazio in cui possa mettere radici la speranza.
Proprio nel numero di maggio, Aggiornamenti Sociali presenta una lettura dello scontro tra Davide e Golia come parabola di una diversa concezione di forza, una concreta alternativa all’applicazione della “legge del più forte” per la risoluzione dei conflitti. È questa la novità che serve al Paese e soprattutto alla politica italiana.