L'evento era atteso ma riveste comunque un significato
storico: alla vigilia del G20, svoltosi il 4-5 settembre a Hangzhou, Cina e Stati Uniti hanno
ratificato l'accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Lo hanno reso
noto il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo statunitense, Barack
Obama.
Il trattato, frutto dei negoziati all'ultimo vertice Onu sui cambiamenti climatici, svoltosi a Parigi lo scorso novembre (Cop21), è il primo accordo
sul clima in cui la grande maggioranza dei Paesi del mondo (175) si sono
impegnati in modo attivo per ridurre le emissioni di gas serra e a contenere la
crescita della temperatura globale (leggi il nostro Speciale dedicato alla Cop21).
Affinché il trattato diventi internazionalmente vincolante è
necessario che esso sia ratificato da un numero di Paesi che, insieme, sono
responsabili di almeno il 55% delle emissioni (leggi l'editoriale di Aggiornamenti Sociali dedicato all'accordo di Parigi). I 23 Paesi che in precedenza
avevano ratificato il trattato sono responsabili solo dell’1% delle emissioni
di gas serra. Cina e Stati Uniti producono invece cumulativamente il 38% delle
emissioni (qui un'infografica sulle emissioni di gas serra nel mondo). L'obiettivo del 55% dunque non è lontano e ulteriori passi avanti
potrebbero essere compiuti il 21 settembre, giorno della ratificazione
collettiva proposto dall'Onu.
L'Italia, secondo quanto dichiarato dall'on. Chiara Braga,
responsabile ambiente del Partito democratico, ratificherà l'Accordo di Parigi
entro il 2016, prima della Cop22 di Marrakech, dal 7 al 18 novembre.