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Centro Astalli: 40 anni a fianco dei rifugiati

Intervista a Camillo Ripamonti SJ, presidente Centro Astalli-JRS Italia, a cura di Giuseppe Riggio SJ
Fascicolo: ottobre 2021

Nel panorama italiano delle realtà impegnate ad accompagnare i richiedenti asilo e i rifugiati non è necessario spendere molte parole per presentare il Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei gesuiti per i rifugiati-JRS, per la qualità del servizio che svolge e la credibilità che si è conquistata sul campo. Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della sua nascita ed è interessante ricordare come è sorto.

 

 

La nascita del Centro Astalli è legata fondamentalmente a due eventi. Innanzi tutto, l’intuizione avuta da p. Pedro Arrupe, al tempo Padre generale dei gesuiti, che la Compagnia di Gesù poteva e doveva fare qualcosa per venire in aiuto dei boat people, ossia i vietnamiti in fuga dal loro Paese. A questa intuizione, che riguardava una questione internazionale, si è aggiunto l’ascolto del grido dei poveri che erano presenti nel nostro territorio, in particolare nella città di Roma. Si trattava in concreto dei cittadini eritrei, che si trovavano di passaggio in Italia, in attesa di poter raggiungere altri Paesi, per ottenere il riconoscimento dello statuto di rifugiati. La vicinanza a queste persone, che è da sempre al cuore dell’azione del Centro Astalli, è testimoniata anche dalla scelta del luogo in cui è sorto: la nostra sede storica si trova infatti in via degli Astalli, proprio a ridosso di piazza Venezia, l’allora punto di ritrovo degli eritrei a Roma.

 

Nel corso di questi anni, il Centro Astalli ha continuato a operare coniugando l’attenzione a quanto avveniva a livello mondiale con la risposta alle esigenze concrete del territorio italiano, che man mano si è aperto all’accoglienza di persone in fuga da situazioni di violenza, guerra e persecuzione, provenienti da varie parti del mondo, dall’Eritrea all’Iraq, dal Congo all’Afghanistan, giusto per citare alcuni Paesi che sono stati al centro di gravi crisi umanitarie.

 

In questo compito il Centro Astalli è stato guidato da tre parole consegnateci da p. Arrupe: accompagnare, servire e difendere. Accompagnare significa costruire relazioni che hanno la persona al centro, senza assumere una posizione paternalistica, ma facendosi compagni di strada, mettendosi in ascolto di quanto le persone incontrate hanno da dire. Servire implica grande rispetto e dedizione, per non strumentalizzare la condizione dei rifugiati per interessi propri. Infine, difendere ha per obiettivo di restituire centralità alla dignità di queste persone, visto che l’hanno persa nei propri Paesi di origine e rischia di essere ancora calpestata nei Paesi di accoglienza, anche quelli europei. Siamo ulteriormente incoraggiati in questa direzione dai verbi usati da papa Francesco – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – per sintetizzare l’impegno a favore dei migranti. Nella visione del Papa c’è una profonda sintonia con la centralità della persona, che è quanto più ci sta a cuore. [continua]

 

 

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