Giuseppe Castiglione (1688-1766), gesuita e artista milanese che passò buona parte della sua vita in Cina, non è certo tra missionari più noti al grande pubblico in Italia. Eppure è, non da oggi, l'artista occidentale indiscutibilmente più famoso tra quelli che hanno lavorato in Cina e i suoi capolavori sono conservati gelosamente nei musei imperiali di Pechino e di Taipei (nella foto, uno dei suoi celebri cavalli).
Non solo: la sua figura di «ponte» tra Cina e Occidente sta conoscendo in questi anni un incredibile revival nell'«Impero di mezzo». Lo testimonia, fra gli altri indizi, il fatto che il docudrama sulla sua vita, trasmesso su un canale televisivo cinese, è stato visto da oltre 600 milioni di persone.
Proprio questo film - dal titolo Giuseppe Castiglione in Cina. Pittore imperiale, umile servo - verrà proiettato mercoledì 30 settembre all'Auditorium San Fedele, su iniziativa della Fondazione Culturale San Fedele. Prodotto dal Kuangchi Program Service di Taipei - un'opera dei gesuiti - in collaborazione con Jiangsu Broadcasting Corporation, la più grande società televisiva cinese per investimenti in produzioni televisive originali, il film è diretto da Gao Wei, che racconta: «Rivisitare Castiglione, artista umile e allo stesso tempo di una profondità straordinaria, è un'esperienza umana e spirituale impagabile. Abbiamo filmato a Pechino, Milano, Genova, Parigi, Bruxelles, Taipei e intervistato artisti ed esperti di diverse provenienze, tutti in qualche modo affascinati da Lang Shining (il nome cinese di Castiglione)».
Il protagonista è Ashok Zaman, attore australiano residente a Shanghai, che impersona Castiglione adulto nelle scene girate in Cina, negli studi cinematografici di Hengdi - dove è stata completamente ricostruita la Città proibita di Pechino - e di Wuxi - dove le maggiori produzioni cinematografiche cinesi sono filmate e montate con tutta la conseguente post produzione digitale.
A Milano, invece, il giovanissimo Giovanni Simone Barbieri Ripamonti e Matteo Pozzi hanno impersonato Castiglione da bambino e da giovane. Il francese Jean Candela ha recitato la parte di Michel Benoist, l'architetto specializzato nella realizzazione delle fontane dell'antico Palazzo d'estate di Pechino. Non mancano naturalmente attori cinesi, che recitano i ruoli di quattro imperatori (Kangxi, Yongzheng, Qianlong giovane e Qianlong adulto), sei concubine e tre eunuchi.
Alla proiezione di mercoledì 30 settembre (ore 20, Via Hoepli 3/b, Milano, ingresso libero) sarà presente Emilio Zanetti, gesuita del Kuangchi Program Service di Taipei, ideatore del progetto insieme al confratello Jerry Martinson. Nella stessa data il film verrà trasmesso, in seconda serata, su TV2000.