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Alle radici spirituali dell’impegno sociale. L’eredità di Carlo Maria Martini

A decenni di distanza da quando furono pronunciate, le parole del card. Martini continuano a essere pubblicate e a suscitare l’interesse di vecchi e nuovi lettori. Interpellano anche il nostro tempo, o meglio ci prospettano delle piste per interpretarlo. La radice di questa fecondità non risiede in una perenne attualità del loro contenuto: sono ben radicate nel contesto in cui sono state concepite, di cui abbiamo bisogno di tempo per ricostruire le coordinate, che si tratti del mondo ancora diviso in blocchi contrapposti o nelle prime fasi della globalizzazione, dell’Italia della Prima Repubblica o degli anni del terrorismo, di una società assai meno diversificata e multiculturale della nostra, o di un contesto ecclesiale segnato dalle tensioni del postconcilio, come quelle emerse in maniera plastica durante il Convegno ecclesiale nazionale di Loreto del 1985.

 

Via via che trascorre il tempo, ci rendiamo sempre più conto che a essere generative non sono le affermazioni di Martini sui temi affrontati, ma il suo approccio ai problemi, il metodo con cui li avvicina, li affronta e cerca possibili soluzioni. A tratteggiare gli elementi fondamentali di questo metodo sono dedicate le pagine che seguono. Lo faremo con una particolare attenzione alla prospettiva propria di Aggiornamenti Sociali, alla ricerca di quanto Martini ha ancora oggi da dire a chi intende portare avanti un impegno sociale in una prospettiva di fede, ovvero provare a “farsi prossimo”, per utilizzare l’espressione che il Cardinale stesso rese famosa per contraddistinguere un preciso stile nel modo di svolgere il servizio della carità, a partire dalla parabola evangelica del Buon samaritano. [continua]

 

 

 

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