ArticoloDialoghi
Abusi nella Chiesa: la verità che rende liberi
L’importanza di un metodo adeguato, di Jean-Marc Sauvé, Presidente della CIASE (Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa); intervista a cura di François Euvé SJ, Direttore di Études;
Un dolore che non se ne va, di Patrick Goujon SJ, Docente di Storia della spiritualità e Teologia dogmatica, Centre Sèvres (Parigi); intervista a cura di Nathalie Sarthou-Lajus, Vicedirettrice di Études
Nella Chiesa cattolica francese le violenze sessuali su minori e persone
vulnerabili sono state «Un fenomeno enorme, difficile da
misurare e a lungo coperto da una cappa di silenzio. La Chiesa
cattolica è molto più coinvolta degli altri ambiti di socializzazione dei
bambini, ad eccezione della famiglia e del cerchio delle amicizie familiari.
Centinaia di migliaia di vite sono state distrutte dalle aggressioni». È
questo il testo, lapidario, del paragrafo 57 – il primo che appare in grassetto
– del rapporto Les violences sexuelles dans l’Église catholique. France
1950-2020, reso pubblico il 5 ottobre 2021 dalla CIASE (Commissione
indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa), che giustamente ha attirato
l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica di tutto il mondo. Il rapporto
aggiunge che, dopo quello che è successo, non ci può essere un futuro
comune senza il lavoro della verità, del perdono e della riconciliazione, e questo vale sia per la Chiesa sia per le istituzioni civili. Alcuni dati essenziali
sulla diffusione del fenomeno e sul lavoro svolto dalla Commissione
sono riepilogati nei riquadri alle pp. 586 e 588; il rapporto integrale e molti
materiali complementari sono disponibili sul sito <www.ciase.fr>.
Le notizie sugli abusi non sono purtroppo una novità, ma è giusto che
continuino a suscitare scandalo, nel senso evangelico del termine. Oltre
dieci anni fa, sottolineavamo sulle pagine di questa Rivista l’esigenza di un
percorso che portasse la Chiesa dall’umiliazione di fronte alla scoperta dei
fatti all’umiltà di chi riconosce le proprie colpe e che, partendo da un autentico
ascolto delle vittime, permettesse di andare alle radici strutturali
del problema e di assumersi la responsabilità delle conseguenze, che
vanno ben al di là dei fondi per il risarcimento. Le Chiese di molti Paesi
si sono misurate con questo compito e numerosi sono i rapporti pubblicati,
ad esempio in Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi,
Australia, ecc. Il lavoro svolto dalla CIASE, su incarico della Conferenza
episcopale francese (CEF) e della Conferenza dei religiosi e delle religiose
francesi (CORREF), appare particolarmente serio e approfondito anche
dal punto di vista del metodo, avendo tra l’altro potuto beneficiare di condizioni
più favorevoli rispetto a quelle di analoghe commissioni di altri
Paesi. Ma lasceremo che sia il giurista Jean-Marc Sauvé, che ha presieduto
la CIASE, a spiegarcelo nell’intervista che troverete nelle pagine che seguono.
Ci metteremo quindi in ascolto delle parole di Patrick Goujon, gesuita
francese, che riflette sulla propria esperienza di minore vittima di abusi da
parte di un prete. Ringraziamo Études, la rivista dei gesuiti francesi, per la
possibilità di presentare ai nostri lettori questi materiali.
L’ascolto diretto della voce di due persone che, a diverso titolo, sono
protagonisti della vicenda degli abusi e del modo in cui la Chiesa francese
la sta affrontando, consente innanzi tutto di far emergere, al di sotto delle
vicende legate ai singoli casi, alcuni elementi a cui prestare attenzione. [Continua]
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