8 marzo per non dimenticare le discriminazioni sulle donne

Sabato 8 marzo, come tradizione si celebra la giornata internazionale della donna, un’occasione per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto. Discriminazioni e violenze che sono ancora ben presenti non solo nei Paesi del Sud del mondo, ma anche in Europa. Per esempio, in uno studio pubblicato a fine febbraio, la Commissione europea ha messo in evidenza come la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne si attesta al 16,4% ed è rimasto sostanzialmente immutato negli ultimi anni. È come se una donna lavorasse ogni anno 59 giorni gratis rispetto a un uomo.

A preoccupare è anche la persistente violenza di genere in Europa. Secondo una ricerca dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali nel 2014, 62 milioni di cittadine europee, una ogni tre, hanno dichiarato di aver subito violenza fisica e/o sessuale sin dall’età di 15 anni. Nel 22% dei casi è stato il partner a compierla. Il 18% ha subito stalking, un incubo che il 21% di loro ha vissuto per oltre due anni. E che per molte continua ancora oggi: il 5% ne è stata vittima negli ultimi 12 mesi precedenti l’indagine, in pratica 9 milioni di donne che vivono prive anche della libertà di rispondere al telefono e uscire di casa senza tremare.

L’8 marzo può quindi essere ancora un’occasione non solo per riflettere, ma anche per stimolare nuovi interventi sia a livello nazionale sia a livello europeo, a favore dei problemi femminili.

06/03/2014
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