Una boccata di smog

Chiara Tintori
È quella che molti di noi residenti nella Pianura Padana hanno la sfortuna di respirare ogni giorno. Da quando in questo autunno nebbioso la pioggia ha deciso di abdicare, non abbiamo tregua. Le vie respiratorie dovranno farsene una ragione, visto che anche l'agenzia europea per l'ambiente, nell'ultimo rapporto sulla qualità dell'aria in Europa ci attribuisce un triste primato: siamo il Paese che registra più morti premature a causa dell’inquinamento dell’aria. Secondo questi dati, nel 2012 nel nostro Paese i decessi attribuibili al particolato fine sono stati 59.500, 3.300 quelli causati dall’ozono e 21.600 dal biossido di azoto, dovuto agli scarichi delle auto, in particolare dei veicoli diesel. 

L’area più colpita in Italia dal problema dell'inquinamento atmosferico da polveri sottili si conferma quella della Pianura Padana, con Milano, Monza, Brescia e Torino che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. In realtà l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) individua come limite una soglia ben più bassa, pari a 10 microgrammi per metro cubo, così altre città italiane come Roma, Firenze, Napoli, Bologna e Cagliari entrano nella lista nera.

Pochi anni addietro le targhe alterne, il divieto di circolazione per i veicoli più inquinanti, le domeniche a piedi con il blocco totale del traffico, alimentavano polemiche sulla loro efficacia, in un orizzonte politico molto ideologizzato. E oggi? Difficilmente l'inquinamento atmosferico riesce a bucare il torpore mediatico, alle prese con altre priorità, e le misure anti smog restano sporadiche e davvero poco incisive: a Milano, ad esempio, sono entrate in vigore da mercoledì 9 dicembre le limitazioni di circolazione per i veicoli Euro 3 senza filtro antiparticolato, l'abbassamento dei riscaldamenti negli edifici (da 20 a 19 gradi). Inoltre sono stati decretati due giorni (!) di uso gratuito dei mezzi pubblici per gli adulti che li utilizzeranno per accompagnare i bambini a scuola, oltre alla gratuità del servizio di bikesharing, sempre per 2 giorni.  

Certo le caratteristiche geografiche di un territorio incidono sull’inquinamento atmosferico, ma la mobilità sostenibile coinvolge tutti e ciascuno, a seconda del livello di responsabilità. Quali politiche, serie e durature, possiamo desiderare (o pretendere) per far tornare la nostra salute una priorità nelle scelte amministrative locali? Come ci mettiamo in gioco, ognuno con le proprie scelte o abitudini quotidiane, per scardinare un sistema di libertà individuali dagli effetti secondari talora perversi? 

La sensazione è che ancora una volta dovremo aspettare pioggia e vento per concederci una boccata in meno di smog. Tutta colpa dell’alta pressione?
10 dicembre 2015
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