Trasformazioni urbane
Le città intelligenti tra sfide e opportunità
Giorgia Nesti
Carocci, Roma 2018, pp. 110, € 13
Che cos’è propriamente una smart city? È sufficiente una rete di sensori urbani o il ricorso alle moderne tecnologie digitali per dare vita a una città intelligente? L’interessante libro di Giorgia Nesti non offre esclusivamente le competenze scientifiche necessarie per rispondere a queste domande: esso costituisce infatti un indispensabile strumento pratico e teorico per orientarsi nel mondo della smartness.
Da diversi decenni il tema della “città intelligente” anima le discussioni di urbanisti, sociologi e amministrazioni locali. Esso viene sovente confuso con l’insieme degli interventi in campo energetico e ambientale al fine di migliorare la governance delle nuove metropoli globali. In realtà il concetto di smart city si rivela più complesso e articolato di quanto comunemente si crede. L’A. sottolinea opportunamente che con esso si vuole «rappresentare un nuovo modo di concepire, progettare e attuare le politiche locali, basato sull’utilizzo delle nuove tecnologie, su una visione sistemica del territorio urbano e dei suoi problemi e sull’adozione di processi collaborativi tra attori pubblici e privati per progettare politiche innovative, condivise, efficaci» (p. 8).
L’innovazione tecnologica è solo un aspetto della smartness, ciò che più interessa è invece la visione globale che una città ha di se stessa quando si autorappresenta come “intelligente”. La condivisione dei processi di pianificazione urbana e il livello diffuso di cooperazione tra i diversi agenti sociali sono criteri importanti e significativi nella costruzione di una smart city. Una città può essere considerata intelligente quando le nuove tecnologie e le iniziative pubbliche sono in grado di generare un «sistema di apprendimento continuo» (p. 17). Per essere smart una città deve prima trovare i modi e le pratiche che la rendono learning, deve essere cioè principalmente un luogo di scambi e di conversazioni orientate all’apprendimento continuo e reciproco tra i soggetti che la abitano. Al pluralismo sociale spetta dunque un ruolo tutt’altro che secondario rispetto alle innovazioni tecnologiche.
Il saggio di Giorgia Nesti offre un valido e competente aiuto nella lettura critica delle evoluzioni ambigue e imprecisate delle città intelligenti. Ne è un esempio il giudizio dell’autrice sulla smartmentality: «una nuova forma identitaria urbana in cui si combinano i temi dello sviluppo tecnologico, delle partnership pubblico-private e della protezione ambientale al fine di promuovere un approccio neoliberista allo sviluppo locale, basato sull’attrazione di investimenti privati […] Attraverso retorica e politiche, la smartmentality assolve la funzione di strategia “disciplinare” che contribuisce a disinnescare il conflitto politico, lasciando il governo della città in mano alle forze economiche» (p. 24).
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