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Thank you for smoking : Scheda del film
«Le parole sono importanti!» urlava Nanni Moretti all’intervistatrice di Palombella Rossa dopo una domanda dai toni comuni e volgari. Una frase che potrebbe essere il calzante sottotitolo del film Thank you for smoking di Jason Reitman, perché tutto il senso – e il divertimento – del film è veicolato dalle parole del protagonista, Nick, portavoce di una multinazionale del tabacco, il cui lavoro consiste proprio nell’imbonire, raggirare e convincere i detrattori del fumo. Nel film ogni svolta narrativa è lasciata alla sfera verbale e alle battute del protagonista, da cui anche noi spettatori siamo ammaliati e incantati. Sin dall’inizio – in contraddizione con qualsiasi principio etico-morale – siamo infatti attratti dall’astuto operato del paladino del tabacco, a cui si può imputare disinformazione, arroganza, ipocrisia, ma non mancanza di fascino e magnetismo. Nick, con il suo modo di fare apertamente scorretto, svuotato di ogni morale, ci affascina con i suoi discorsi privi di falsa retorica. Il suo lavoro lascia spazio all’inventiva, all’ironia, al gusto della “transazione”, dove la dialettica si sposta dal giusto allo sbagliato, dal vero al falso, dal nonsenso all’assurdo. Thank you for smoking è un film sul fumo, inteso non solo come sigarette e tabacco ma come metafora di inconsistenza e nocività, come simbolo del lavoro di Nick, del suo “vendere fumo”, del problema morale del “fare del male” attraverso il proprio lavoro. L’industria del tabacco diventa così paradigma di una delle contraddizioni storiche del capitalismo: vendere un prodotto che crea assuefazione e dipendenza tentando in tutti i modi di negare la nocività del prodotto stesso. Nonostante il nucleo tematico del film sia la questione morale, la pellicola è costruita sui toni della commedia, lasciandosi andare a invenzioni narrative e visive intelligenti ed efficaci, ricorrendo a numerosi fermo-immagine con voce off, ai simboli cartooneschi che appaiono accanto ai personaggi, alle sequenze a fotogrammi legate tra loro da un montaggio veloce e discontinuo. Irresistibili poi risultano i dialoghi tra i mercanti di morte, che costituiscono il gruppo di amici di Nick e che svolgono il suo stesso lavoro per le lobby degli alcolici e delle armi. Da essi scaturisce un’immagine di capitalismo senza scrupoli che fa della padronanza dialettica la propria arma migliore, tanto sul piano pubblicitario, quanto su quello forense e televisivo. Nick è dalla parte del potente, è arrivista e dissimulatore, un antieroe. Il punto forte del film è proprio la sostanziale trasparenza del personaggio, che non nasconde le sue intenzioni, né le sue armi. Come un virus, la sua capacità affabulatoria sfrutta i momenti di difficoltà dell’interlocutore per spiccare il volo, insinuandosi in ogni piccola crepa o cedimento. La pellicola si insinua allo stesso modo nella mente dello spettatore e lo porta a riflettere a ogni risata o sorriso, facendo della scorrettezza del suo personaggio principale la principale provocazione alla riflessione.
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