Teresio Olivelli. Ribelle per amore
Anselmo Palini
AVE, Roma 2018, pp. 318, € 20
Teresio Olivelli (1916-1945) è stato beatificato il 3 febbraio del 2018, riconosciuto come martire “per odio della fede”. Una motivazione che va interpretata con attenzione. Olivelli morì nel campo di concentramento nazista di Hersbruck, dopo il pestaggio subito per avere difeso un compagno di prigionia dalle angherie di un kapò. Possiamo affermare che fu ucciso in quanto cristiano, come la dicitura in odium fidei suggerisce? La risposta è sì e questo libro ci porta a capire per quale motivo.
L’A. inquadra la storia di Olivelli in quella di una generazione cresciuta in una pedagogia totalitaria, avendo nel fascismo gli unici riferimenti per leggere la realtà. Anche Olivelli, membro dell’Azione cattolica dalla sua giovinezza, per lunghi anni credette alla compatibilità fra i valori cristiani e quelli proposti dal regime, fino a ricoprire la carica di segretario del locale Istituto di cultura fascista e scegliendo di partire volontario per la campagna di Russia. Fu l’esperienza della guerra a rompere questa illusione, facendo emergere che le esigenze evangeliche della fraternità e della solidarietà si scontravano spontaneamente con la visione fascista del mondo. A partire da questo punto, la vita di Olivelli procedette nel senso dell’approfondimento progressivo di una impegnativa sequela di Cristo, prima con la scelta di aderire alle formazioni partigiane cattoliche nel bresciano, poi, in seguito alla cattura e alla deportazione in Germania, con la testimonianza quotidiana del servizio ai compagni di prigionia. Un atteggiamento che era denuncia implicita del sistema concentrazionario, che non poteva ammettere quei gesti di solidarietà, che affermavano un mondo di valori diverso dal proprio. L’uccisione di Olivelli fu pertanto il manifestarsi definitivo dell’incompatibilità fra Vangelo e fascismo.
Nell’esplicitare il senso di questo percorso risiede il valore del libro. L’A. restituisce il ritratto di una generazione di cattolici che, cresciuti alla scuola del regime, hanno cercato una strada per vivere il proprio impegno cristiano come cittadini: dalle Fiamme verdi agli scout delle Aquile randagie. Un cammino complesso, che può stimolarci, ancora oggi, a interrogare criticamente la cultura politica del presente e a cercare strade non scontate per l’impegno cristiano nel mondo.
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