Teologia dal Vaticano II

Analisi storiche e rilievi ermeneutici

San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2012, pp. 234, € 15
Scheda di: 
Fascicolo: maggio 2013
In questo periodo di bilanci sul Vaticano II è davvero benvenuta la pubblicazione degli esiti della ricerca condotta dalla Scuola di Teologia del Seminario di Bergamo sul lascito teologico del Concilio. I vari interventi mettono in luce che «a cinquant’anni dall’apertura ufficiale, il Vaticano II costituisce un punto di svolta nel rapporto storico del cattolicesimo con la modernità» e il suo insegnamento «sollecita ancora oggi a ripensare, in un contesto culturale e civile in forte cambiamento, i fondamentali della fede» (p. 7). Come ogni concilio, il Vaticano II è infatti «un atto di tradizione vivente» che torna alle origini a partire da una domanda presente e «la ripresa dell’inizio è un gesto nuovo di discernimento dell’epoca attuale» (p. 11).

In questa prospettiva, il libro aiuta a cogliere l’eredità maggiore del Concilio e la sua rilevanza per l’oggi: lo “stile pastorale” proposto da Giovanni XXIII nel discorso di apertura e poi fatto proprio dai padri conciliari. Si tratta cioè della comprensione che i lavori del Vaticano II vanno condotti «in dialogo costante con il mondo e la famiglia umana, con il corpo ecclesiale cui è riconosciuta l’infallibilità in credendo, con la Parola di Dio trasmessa nelle Scritture» (p. 206). Le difficoltà nella ricezione dello stile pastorale sono ben documentate nel libro, così come è sottolineata l’importanza di questo modo di procedere per il «discernimento del realizzarsi del Vangelo di Dio nella storia degli uomini» (p. 140).
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