Teneri assassini. Il mondo delle babygang

Isaia Sales
Marotta&Cafiero, Napoli 2021, pp. 228, € 15
Scheda di: 
Fascicolo: gennaio 2023

Negli ultimi anni, il fenomeno delle baby gang nelle grandi aree urbane è al centro dell’attenzione e motivo di allarme sociale nel nostro Paese. Isaia Sales ha dedicato un’accurata analisi alla situazione della città di Napoli, tenendo in conto la singolarità della situazione dell’ordine pubblico «dovuta innanzitutto alla qualità delle azioni criminali, alla “radicalizzazione” violenta di una parte consistente dei giovanissimi dei quartieri, a un alto indice di recidiva da adulti dei minori finiti nel circuito delle carceri minorili, alla “percezione” che si ha della fase attuale» (p. 13). Attraverso una riflessione storica e attingendo ai lavori pubblicati in precedenza sulla camorra, l’A. riflette sugli elementi che caratterizzano le baby gang, evidenziando un tratto in particolare: non è possibile distinguere nettamente, come avviene altrove, la criminalità minorile da quella degli adulti, perché sono entrambe espressione di una comune questione sociale.

Il volume può essere definito un’opera letteraria di scrittura sul fenomeno delle baby gang a Napoli, perché la riflessione appare chiaramente influenzata dai riferimenti a libri e romanzi dell’Ottocento e primo Novecento, ambientati in affollate metropoli europee come Londra, Parigi e Napoli. Da questi testi emerge un dato: la formazione di «uno strato sociale privo di lavoro, di abitazioni decenti e di una igiene dignitosa fu una caratteristica dell’inurbamento impetuoso che segnò la crescita delle tre grandi capitali europee, così come di altre città» (pp. 57-58), facendo nascere una nuova classe sociale marginale. Mentre a Parigi e Londra lo sviluppo industriale e urbano offrì possibilità di integrazione sociale e lavorativa, che ridussero nel tempo il peso delle “classi pericolose”, come venivano definite, a Napoli non accade lo stesso. Questa nuova plebe divenne una protagonista stabile della scena urbana e lo è rimasta fino ai nostri giorni.

Muovendo da un approccio di tipo culturale, l’A. fa rilevare che i minori delle baby gang sono ossessionati dalla fama, la “rinomanza”, cioè che il loro nome sia conosciuto tra i criminali, che si faccia strada nel mondo sociale in cui vivono. Per farsi un nome sono disposti a tutto: umiliare, offendere, mettere paura, ferire, ammazzare. In quel mondo sei qualcuno solo se gli altri hanno paura di te. I ragazzini che si vogliono mettere alla pari con gli adulti avvertono la minore età come un peso, come una dimensione inutile e insignificante della vita. Per uscire dall’infanzia e dall’adolescenza, per saltare una fase della vita, ricorrono all’aiuto delle armi.

A partire dall’analisi di quanto accade a Napoli, secondo l’A., si sta formando un fenomeno criminale diverso da quello conosciuto fino a qualche anno fa: «c’è la crudeltà giovanile e il gangsterismo urbano, c’è l’ideologia della violenza come legittimazione sociale. I giovani sottoproletari di Napoli stanno dando vita a un’inedita miscela di violenza tradizionale e al tempo stesso ideologica, di illegalità di strada e affari milionari. Perciò forse il termine più corretto per definire questo fenomeno è gangsterismo sociale» (p. 170).

Attraverso il lavoro di scrittura, Teneri assassini offre un quadro chiaro sul fenomeno della criminalità minorile a Napoli, ma non si limita a questo, adoperandosi per trovare vie di uscita e di recupero dei giovanissimi coinvolti nelle baby gang.

 

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