Super omnia charitas
Storia dell’Istituto Sacra Famiglia dal 1896 a oggi
Enrico Palumbo
Prefazione del card. Angelo Scola, Ancora, Milano 2016, pp. 386, € 14
Enrico Palumbo ripercorre la storia dell’Istituto Sacra Famiglia in occasione dei centoventi anni dalla sua nascita. Era infatti il 1896 quando il parroco di Cesano Boscone, don Domenico Pogliani, fondò un ospizio per i bisognosi. Da piccola opera nata per sottrarre i poveri all’abbandono garantendo loro la dignità, la Sacra Famiglia è arrivata nel tempo a ospitare più di tremila ricoverati, espandendosi con altre sedi al di fuori della Lombardia, in Piemonte e Liguria. Dalla primigenia accoglienza degli emarginati della società agricola tradizionale, l’Istituto «si evolve nel tempo con la scelta di occuparsi della disabilità e in particolare con la disponibilità ad accoglierne le forme più gravi, con la progressiva intuizione della professionalizzazione della cura (in senso medico, psicologico, educativo, lavorativo)» (p. 7), sviluppando nel corso degli anni anche la ricerca di nuovi percorsi assistenziali e riabilitativi.
In questi centoventi anni la Sacra Famiglia ha attraversato l’intero Novecento e tutti i suoi considerevoli cambiamenti, senza temere di trasformarsi e di rimanere al passo con i tempi, attraverso il continuo confronto con le istituzioni politiche, il mondo ecclesiale e quello medico-scientifico. Il rinnovamento è dunque una costante nel suo percorso, a volte imposto dalle circostanze politiche o giuridiche, altre dalla convinzione della necessità di aggiornare i propri metodi assistenziali e scientifici per meglio rispondere alle mutevoli esigenze della società. Questa evoluzione tuttavia è avvenuta senza mai perdere l’ancoraggio fondamentale all’idea che al centro di tutto vi è l’amore incondizionato per il prossimo, la carità, la manifestazione più autentica dell’essere cristiani. Lo testimonia, ad esempio, il semplice fatto che i degenti sono sempre chiamati “ospiti” e che il clima che si respira è proprio quello di famiglia, tanto che l’Istituto stesso, prima di diventare Fondazione, da sempre è stato denominato al femminile (“La Sacra Famiglia”), nonostante la lingua italiana avrebbe voluto una dizione al maschile.
Super omnia charitas, recita quindi non a caso il titolo del libro, un filo conduttore che attraversa centoventi anni di storia diventando sempre più forte ed evidente.
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