Rifugiati, profughi, sfollati

Breve storia del diritto d’asilo in Italia

Nadan Petrovic´
FrancoAngeli, Milano 2013, pp. 146, € 18
Scheda di: 
Fascicolo: marzo 2014
Dinnanzi al fenomeno migratorio di persone costrette a lasciare le loro terre d’origine a causa di guerre, epidemie, persecuzioni, i Paesi occidentali sono chiamati a fornire una risposta civile e solidale a un problema di dimensioni ormai planetarie.

Il volume, nella sua versione aggiornata, offre un’approfondita panoramica storica del diritto d’asilo in Italia, che negli ultimi decenni ha conosciuto profonde trasformazioni anche in applicazione di specifici obblighi previsti dall’Unione Europea, con inevitabili ricadute sulle politiche di accoglienza e integrazione. A partire dalla nostra Costituzione, passando dalla Convenzione di Ginevra del 1951, si giunge alla Legge Martelli (1990) e poi alla Bossi-Fini (2002) e a tutte le conseguenze che la normativa europea ha avuto sulla realtà italiana. La ricostruzione dell’evoluzione giuridica in materia è sempre accompagnata dalla contestualizzazione storica in cui la disciplina si è formata, con riferimenti a precise sfide provenienti dai richiedenti asilo, durante l’emergenza albanese, somala e della ex Iugoslavia per i primi anni ’90, quella kosovara (1998-2000), fino ai giorni nostri, con i movimenti di persone legati alle vicende che hanno sconvolto il Nord Africa.

Durante tutti questi anni le domande di asilo in Italia sono aumentate, mettendo a nudo un sistema di ricezione non del tutto efficace e rispondente, perché poco coordinato, in particolare per quanto concerne le iniziative di integrazione a favore di quanti ottengono una qualche forma di protezione da parte dello Stato. Basta considerare come alcune norme nel diritto d’asilo si trovino non in una legge apposita, ma nel cosiddetto “Pacchetto sicurezza” (Legge n. 94 del 15 luglio 2009), fatto che dimostra la percezione errata del fenomeno a livello politico. Infatti, «molti titolari di protezione internazionale che escono dai centri, in assenza di un sistema strutturato di accesso alle politiche e ai servizi per il lavoro seppur muniti di un permesso di soggiorno di validità pluriannuale, finiscono attualmente in situazione di emarginazione sociale che si manifestano significativamente nelle principali aree urbane» (p. 133).

Il fatto che l’A. abbia non solo studiato, ma anche vissuto in prima persona ciò di cui scrive, dà un valore aggiunto al libro; a tale proposito si legge nella postfazione: «con le sue esperienze e riflessioni su quello che ha visto e vissuto, questo studioso proveniente dai Balcani, nativo di Dubrovnik, cresciuto nell’ambiente multiculturale e multireligioso di Sarajevo anteguerra, diventato cittadino italiano e europeo, ci regala un’opera rara, utile agli studiosi della materia nonché a tutti coloro che amministrano le politiche e le prassi dell’asilo» (p. 138).
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