Rifugiati: da Leopoli alla Polonia gli aggiornamenti del JRS

L'appello: «Iniziare al più presto un processo di riconciliazione»

Il Jesuit Refugee Service (JRS) è attivo dall’inizio dell’emergenza a supporto della popolazione in fuga dalla guerra, con diversi presidi sia in Ucraina che nei Paesi confinanti.

La casa per rifugiati di Leopoli

L’11 marzo un aggiornamento sul sito ufficiale dell’organizzazione rende nota la situazione attuale presso la casa per rifugiati che i gesuiti gestiscono a Leopoli (Lviv), città dell’occidente dell’Ucraina per ora risparmiata dai bombardamenti.

35 sono i posti letto presenti presso questo rifugio, dove continuano ad arrivare persone da Kiev, Kharkiv, Mariupol, dalla Crimea, da Kherson e Wolnovachy, riferisce al JRS padre Andrii Syvak SJ. Si tratta prevalentemente di donne e bambini, la maggior parte dei quali in cerca della prima opportunità utile per uscire dall’Ucraina. Tuttavia, sembra che sia in crescita il numero di persone che sta pensando di rimanere, per via della relativa tranquillità e sicurezza di cui ancora gode la città di Leopoli.

Oltre al necessario supporto materiale e legale, i gesuiti offrono un accompagnamento pastorale e spirituale ai rifugiati, insieme a un servizio di sostegno psicologico. Molte di queste persone hanno infatti parenti e amici ancora bloccati nelle aree più martoriate dalla guerra. Padre Oleksii Bredeliev, superiore dei gesuiti in Ucraina e direttore del JRS Ucraina, parla di una «catastrofe umanitaria» che si sta consumando nell’Est del Paese, dove la gente è nascosta nei sotterranei senza riscaldamento né elettricità, cibo o acqua.

I gesuiti rimasti in Ucraina

I gesuiti di Leopoli non sono gli unici membri della Compagnia di Gesù presenti al momento in territorio ucraino: Vatican News riporta che anche a Khmelnytsky, a 350 km da Kiev, i gesuiti hanno convertito una casa di ritiro in un rifugio per i profughi. Padre Wojciech Żmudziński, responsabile della comunicazione dei gesuiti polacchi e coordinatore degli aiuti all’Ucraina insieme al JRS, ha spiegato all’organo d’informazione della Santa Sede che sono 12 i confratelli presenti in questo momento in Ucraina, «alcuni anche a Chernivtsi».

Per l’Ucraina è passato anche padre Vitaliy Osmolovski, ora coordinatore dell’equipe di gesuiti che in Polonia aiuta i rifugiati. Tornato dagli Stati Uniti dove si trovava per motivi di studio, riferisce contestualmente sempre Vatican News, si era recato in Ucraina per far fuggire gli anziani genitori da Zhytomyr, ma li ha trovati insieme a chi stava organizzando la difesa del territorio, senza alcuna intenzione di lasciare la loro terra, pronti a impegnarsi per opporre resistenza all’invasione russa.

L’accoglienza dei rifugiati in Polonia

La popolazione polacca, in prima linea nel soccorso ai rifugiati ucraini, si sta dimostrando accogliente e pronta a predisporre appartamenti, case, stanze, stazioni, palazzetti dello sport e sale da concerto al fine di dare rifugio al maggior numero di persone possibile. 
Una volontaria che collabora con il coordinamento del JRS a Varsavia racconta che dal 24 febbraio è stato dato alloggio già a 200 famiglie. Complessivamente sono 1,2 milioni gli ucraini che hanno trovato ospitalità in Polonia.

Le attività di sostegno ai rifugiati, si legge ancora su Vatican News, includono la preparazione di zuppe calde o panini, l’affitto di ostelli temporanei, l’organizzazione del trasporto di merci al confine polacco-ucraino, il trasferimento di denaro. Anche il noviziato dei gesuiti di Gdynia, al nord della Polonia, si è organizzato in gruppi per fornire aiuto: lo scopo è quello di trovare soluzioni a lungo termine in modo che gli ucraini che lo desiderano possano fermarsi di più, mandare i bambini a scuola, trovare un lavoro, imparare la lingua. 

L’auspicio è ovviamente che queste attività diventino al più presto non più necessarie. L’appello del JRS è quello di porre fine all’escalation della violenza e di preparare la popolazione a un vero processo di riconciliazione, concentrandosi su ciò che unisce invece che su ciò che divide, per sanare le ferite prodotte dalla guerra.

 

Per sostenere le attività del JRS in aiuto dei rifugiati è possibile fare una donazione qui.

 

Foto: Ukrainian refugees from 2022, crossing into Poland, Autore: Mvs.gov.ua, CC BY 4.0

 

Fonti:

11 marzo 2022
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