Plastica al bando: l'esempio delle Isole Tremiti

Chiara Tintori
Che le isole, come del resto i paesi di alta montagna, abbiano difficoltà nello smaltimento dei rifiuti non è una novità. Ma che le Tremiti dal 1° maggio abbiano bandito la plastica monouso è più che una novità, è una buona e bella notizia. 

Nell’arcipelago del Parco nazionale del Gargano è ora vietato l’uso di stoviglie di plastica (posate, bicchieri per la birra, bicchierini per il caffè e contenitori monouso). Al loro posto solo materiali biodegradabili. Per le bottiglie e i contenitori di polistirolo bisognerà ancora aspettare, ma il segnale è forte e chiaro: si può limitare l’uso (e l’abuso) della plastica. Gli ultimi dati sullo stato dell’inquinamento marino da plastica - diffusi dall’Istituto di scienze marine del Cnr di Genova (Ismar), dall’Università Politecnica delle Marche (Univpm) e da Greenpeace Italia non lasciano dubbi: nelle acque marine superficiali italiane (specie nel Mediterraneo) si riscontra un’ampia e diffusa presenza di microplastiche, comparabile ai livelli presenti nei vortici oceanici del nord del Pacifico. 

Abbiamo già avuto modo di mettere in luce come l’aumento del consumo di plastica sia tra le cause di questa forma di inquinamento. Ecco perché auspichiamo che gesti simbolici, come quello del sindaco delle Tremiti, possano innescare una serie di comportamenti virtuosi, perché altre amministrazioni pubbliche di isole (l’Arcipelago Toscano?) compiano scelte simili. Il riuso e il riciclo sono pratiche meritevoli, da continuare a diffondere e sostenere, ma da sole non bastano. Occorre un’azione sinergica fra tutti gli attori in gioco, a cominciare dalle aziende produttrici di plastica monouso, perché l’inquinamento da plastica possa essere affrontato all’interno dell’economia circolare, e vigilando perché la legislazione già in vigore (come quella che ha messo al bando anche in Italia i sacchetti di plastica) sia realmente applicata. 

A noi cittadini resta il compito di crescere nella cittadinanza ecologica, nelle scelte di tutti i giorni (acqua in bottiglia o del rubinetto, confezioni monouso o sfuse, e così via…) e, perché no, nell’esercitare una sana lobby nei confronti dei nostri sindaci perché abbiano il coraggio di mettere al bando tutta la plastica inutile. 

7 maggio 2018
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