Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici. La democrazia dopo il Covid-19

Fabio Pizzul
Edizioni Terrasanta, Milano 2020, pp. 160 € 14,90
Scheda di: 
Fascicolo: giugno-luglio 2021

Il libro di Fabio Pizzul, politico cattolico nelle file del Partito democratico, è una meditazione intelligente su che cosa sia il politico nella modalità di esistere del cristiano. La risposta è trovata nel considerare il politico come un momento successivo e una conseguenza della spiritualità del cristiano testimoniata, attraverso la comunità ecclesiale, da una vita di fraternità.

 

A partire da questa radice, il politico si qualifica per l’esercizio del dialogo inteso sia come igiene delle pulsioni distruttive del legame sociale sia come capacità di costruire obiettivi comuni e valori condivisi, che lo proiettino oltre l’esclusiva difesa di valori identitari.

 

Gli obiettivi e i criteri di un rinnovato impegno politico sono elaborati a partire dalle sollecitazioni del magistero di papa Francesco, facendo propria la critica verso la visione politica di matrice individualistico- libertaria.

 

Un ruolo centrale nella riflessione dell’A. è occupato dalla opposizione critica alla prospettiva culturale e politica introdotta dal Progetto culturale della Chiesa italiana durante la cosiddetta “stagione ruiniana”. Uno degli esiti maggiormente visibili, oltre alla progressiva irrilevanza dei cattolici, è stato di introdurre all’interno del dibattito politico di un bipolarismo incompiuto e litigioso, un ulteriore conflitto etico irriducibile.

 

Per Pizzul questa esperienza, ormai chiusa, non ha elementi che possano essere ripensati in un rinnovato impegno politico dei cattolici e, in egual modo, è escluso un ritorno a un partito unico come soluzione dell’unità dei cattolici.

 

Il discorso di Pizzul, consentendoci un breve rilievo critico, illumina e oscura la vicenda del cattolicesimo politico in epoca repubblicana, in particolare la dimensione della sua cultura politica. Il metodo del consensualismo, la mediazione laica delle istanze della Chiesa e la cultura del personalismo, fino agli anni ‘70 del secolo scorso, appaiono indissolubilmente legati e ciò solleva, ancora, l’ineludibile domanda se sia ancora possibile una cultura politica del cattolicesimo oltre il personalismo. Se la risposta è negativa, rimangono le frammentate culture politiche dei cattolici o la nostalgia del passato.

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