Per esempio, la guerra

# podcast

Francesca Mannocchi
Chora Media, 2024, 7 episodi da 30 min. circa
Scheda di: 
Fascicolo: marzo 2025

«Ma la guerra quando arriva da noi? Un giorno mio figlio davanti alla TV mi ha fatto questa domanda. Non mi ha chiesto se, mi ha chiesto quando, sicuro che prima o poi sarebbe arrivata anche qui. Per provare a rispondergli ho scritto un libro e poi ho incontrato ragazze e ragazzi nelle scuole. L’ho fatto per provare a raccontare con parole semplici la cosa più assurda che fanno gli esseri umani: la guerra ». Sono queste le parole con cui la giornalista Francesca Mannocchi introduce ciascuno dei sette episodi del suo podcast Per esempio, la guerra.

Il suo intento è subito chiaro: parlare ai più giovani (alunne e alunni dalla quinta primaria alla seconda classe della scuola secondaria di primo grado, già scuola media) per aiutarli a interpretare le immagini e i racconti delle guerre che negli ultimi anni hanno invaso ogni tipo di schermo a disposizione.

La Mannocchi lo dice immediatamente: la guerra è una cosa assurda, che non si può che condannare, ma che trova le sue più profonde ragioni in vicende storiche, in stratificazioni di conflitti, incomprensioni e rivalità tra i popoli. Proprio queste ragioni vanno indagate per far emergere quanto sia insensato aggiungere dolore a dolore, violenza a violenza. Ucraina, Afghanistan, Libia, Siria, Libano, Iraq, Gaza sono i luoghi straziati dalla guerra che la Mannocchi e i giovanissimi studenti si raccontano. La giornalista porta la sua esperienza sul campo, la conoscenza della Storia e la narrazione delle storie minute delle persone. Le ragazze e i ragazzi, che si sono preparati all’incontro studiando e riflettendo, ricambiano con la curiosità, la freschezza del pensiero, la profondità di giudizi limpidi, non inquinati dalle esigenze della realpolitik. Il dialogo che ne scaturisce è sempre intenso e prezioso.

Non mancano i temi più personali. Alla Mannocchi viene spesso chiesto di parlare della paura che si prova a vivere situazioni di pericolo e di disagio estremo, del coraggio necessario per raccogliere le storie tragiche di chi ha perso le persone care a causa della guerra, delle motivazioni che le hanno fatto scegliere di intraprendere una professione così difficile, non solo per i rischi che si corrono ma anche per la difficoltà emotiva di prendere su di sé il dolore delle persone per raccontarlo a lettori e ascoltatori. Stimolati dalla giornalista, anche le ragazze e i ragazzi confidano i propri timori, tra cui emerge l’ansia che la guerra possa arrivare a sconvolgere anche le loro vite, come succede a tanti coetanei in alcuni Paesi e come accadde in passato ai loro nonni. Questo podcast insegna come sia possibile parlare ai giovani della durezza della guerra, trovando parole capaci di accompagnarli ad accogliere con sensibilità ed empatia l’esperienza di chi vive quotidianamente le tragedie dei conflitti. L’incontro con questa umanità ferita e violata che avviene attraverso il racconto li coinvolge fino a far loro affermare la necessità di coltivare la speranza nella possibilità di costruire la pace anche in situazioni in cui essa appare irraggiungibile.

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