Non è solo un gioco. Perché il calcio è così importante per l’uomo

Federico Casotti
Meltemi editore, Milano 2022
Scheda di: 
Fascicolo: febbraio 2023

L’accattivante titolo, che ricorda un verso della canzone Amico uligano di Elio e le Storie Tese («È solo un gioco / E loro mi hanno fatto / Vedere il coltellino»), sintetizza efficacemente il contenuto del libro di Federico Casotti: il calcio non è solo uno sport che appassiona centinaia di milioni di tifosi in tutto il mondo, ma un business mondiale miliardario e scenario non secondario della diplomazia mondiale: basti pensare ai recenti mondiali in Qatar o al dato che la FIFA conta più Paesi membri delle Nazioni Unite.

No, il calcio non è solo un gioco. L’A. ce lo fa capire da subito, ripercorrendone la storia, alternando aneddoti e studi, per poi puntare alla prospettiva che più gli sta a cuore: l’aspetto antropologico e sociologico. Se la nascita del calcio regolamentato risale al 1863, a Londra, le sue radici sono più antiche: dagli addestramenti per i soldati greci e romani, a pratiche para-religiose, al gioco informale per sopperire «all’impossibilità di incanalare e sfogare le tensioni e le pulsioni che si generavano all’interno delle singole comunità e ancor di più tra le varie comunità» (p. 22). La ritualità non è confinata solo ai secoli passati: dai riti tanzaniani per propiziarsi la vittoria alla semplice consegna della maglia, tutto è assai attuale. L’A. cerca di entrare in questo mondo con profondità e con uno stile che, come il gioco, anima e coinvolge il lettore.

Ci si può immaginare tra i calciatori o tra i tifosi, negli Stati Uniti come in Tanzania, in Svezia come a Milano. Sono diverse le communitates che si riuniscono attorno alla squadra per cui si tifa, ai simboli del club, alle volte ai suoi martiri. «Una communitas legata a una squadra di calcio può diventare così una “stampella identitaria” con cui affermare i propri valori anche in un contesto in cui la madrepatria è lontana» (p. 172).

Il calcio viene letto anche come social drama, all’interno degli Stati e delle città, e pure come campo di prova per possibili conflitti armati tra diversi Stati. L’esempio descritto nel libro riguarda il Salvador e l’Honduras nel 1969, una vera e propria “guerra del calcio”, dove le partite di andata e ritorno per la qualificazione ai mondiali in Messico nel 1970 divennero la miccia di un conflitto che si preparava da tempo e che, fortunatamente, si risolse velocemente. «Senza quel conflitto così esasperato, ma pur sempre ristretto all’ambito sportivo, le popolazioni dei rispettivi Paesi avrebbero accettato molto più difficilmente l’idea di un conflitto armato» (p. 75). Qualcuno forse si è immaginato qualcosa di simile anche in Qatar: vedere Stati Uniti contro Iran con alle spalle una storia di sanzioni, scontri, caso Soleimani, ecc.; o Marocco contro Spagna, con ancora negli occhi gli scontri a Ceuta e le lotte territoriali.

Un altro tema affrontato si lega al fenomeno migratorio nel mondo del calcio, sia nel XX sia nel XXI secolo. Gli studi e i numeri vengono corredati da aneddoti e storie di squadre in Europa e nel mondo: dal Palestra Italia nel Brasile all’inizio del Novecento, alla Svezia o all’Australia odierne. Fino ad arrivare alla Milano dei nostri giorni, dove Casotti racconta l’esperienza fatta in prima persona con una squadra che, a differenza degli esempi precedenti, non nasce dagli ospitati in cerca di identità, ma dagli ospitanti che cercano un modo per integrare e per sostenere quanti si trovano in attesa di una risposta riguardo al proprio status di rifugiato, o già si stanno inserendo nel tessuto civile.

Si giunge così alla fine del libro cercando di comprendere come si è passati dai verdi campi degli aristocratici britannici al percorso educativo compiuto da alcuni “migranti con la maglia da calcio”. Un itinerario che rispecchia lo stile di Federico Casotti, conosciuto più nella veste di cronista che di storico dello sport, capace di introdurre il lettore ai diversi aspetti del calcio – storia, esperienza religiosa, antropologia, politica, risvolti sociali – sapendo tenere insieme narrazioni più leggere e analisi profonde.

 

Non è solo un gioco. Perché il calcio è così importante per l’uomo, Federico Casotti 
Meltemi editore, Milano 2022, pp. 182, € 16

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