Quali influssi ha avuto la globalizzazione sulla situazione dei diritti umani, in particolare nel Sud del mondo? È la domanda che Paolo Moiola, giornalista esperto di America latina, ha rivolto a professori universitari, religiosi, giornalisti. Ne è nato questo libro che offre al lettore un quadro ampio, anche se non improntato all’ottimismo, dello stato dei diritti umani nel mondo.
Il dito è puntato contro il sistema economico neoliberista che ha messo e continua a mettere in dubbio diritti che parevano acquisiti: salute, educazione, lavoro. A farne le spese sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione, ma anche i popoli indigeni del Sud del mondo, le minoranze etniche e sessuali.
Anche la rivoluzione informatica, che pareva aprire nuovi spazi di libertà, non sempre ha aumentato la conoscenza e la consapevolezza delle persone. «Si sta perdendo lo spirito critico, la voglia di approfondire, di cercare, di andare oltre la mera risposta trovata tramite i motori di ricerca – spiega Paolo Moiola –. Allo stesso tempo è stato travolto il diritto alla privacy, con informazioni e dati personali venduti come una merce qualsiasi».
In questo contesto quale ruolo può giocare la fede? Nel saggio si cercano di spiegare le posizioni sui diritti umani della Chiesa cattolica, ma anche del mondo musulmano, scosso da grandi eventi quali l’uccisione di Osama bin Laden, le Primavere arabe, le vittorie dei Fratelli musulmani in Egitto, Tunisia e Marocco.
I compensi per i diritti d’autore del libro vanno a un progetto sociale in Perù.