Myanmar
Dove la Cina incontra l’India
Thant Myint-U
add editore, Torino 2015, pp. 448, € 18
Thant Mynt-U, storico del Myanmar e consigliere del Presidente birmano, offre in questo diario di viaggio nel suo Paese preziose notizie, dettagli e aneddoti per capire le dinamiche geopolitiche di una delle aree più rilevanti e influenti per la contemporaneità e per il nostro futuro. Presentiamo un breve estratto dalle pp. 33-35.
Per millenni India e Cina sono state separate da una giungla impenetrabile, da una malaria letale e da spaventosi animali, senza contare l’Himalaya e gli sconfinati deserti dell’altopiano del Tibet. Cina e India si sono dunque sviluppate come due civiltà del tutto distinte, notevolmente diverse per etnia, lingua e costumi. […] Man mano che il potere economico mondiale si sposta a est, la geografia dell’Asia cambia.
Al centro di questa geografia mutevole c’è la Birmania. […] La Birmania non è un Paese piccolo; ha una superficie superiore a quella della Francia, ma la sua popolazione di 60 milioni di abitanti è minuscola rispetto ai due miliardi e mezzo complessivi dei suoi giganteschi vicini. Confina a est con la Cina e a ovest con l’India, e si trova esattamente a metà strada tra Delhi e Shanghai, Bombay e Hong Kong. La Birmania è il tassello mancante, e anche uno snodo cruciale inaspettato per il XXI secolo. Ha una popolazione tra le più povere del mondo, governata fino al 2011 da una delle dittature militari più longeve al mondo. Quale sarà il suo destino ora che Cina e India si avvicinano sempre di più?
Alcuni immaginano la nascita di una nuova via della Seta [...] Altri paventano un nuovo Grande gioco, con tensioni sempre più forti tra le maggiori potenze emergenti del mondo.
C’è anche da considerare che i nuovi progetti si stanno profilando solo ora, dopo decenni di tremende violenze e di conflitti armati in tutta la regione. In Occidente è normale associare il secolo scorso alle due guerre mondiali e alla guerra fredda, e il quadro attuale allo scenario conseguente al crollo del blocco sovietico, a nuove sfide economiche e ambientali e alle minacce reali o presunte dell’estremismo islamico. Dall’Asia le cose appaiono leggermente diverse: si è passati dal colonialismo a un lungo periodo di guerre e di violenze interne, durato dagli anni Trenta agli anni Ottanta, con la guerra sino-giapponese, gli sconvolgimenti legati alla Partizione dell’India, le lotte per l’indipendenza dell’Indonesia e dell’Indocina, la guerra civile birmana, la guerra di Corea, le guerre indo-pachistane e quelle in Vietnam, Laos e Cambogia. La generazione che sta per diventare maggiorenne è la prima a essere cresciuta in un’Asia che è sia postcoloniale sia postbellica (con poche, piccole eccezioni). Rivalità nascenti potrebbero favorire il ritorno dei nazionalismi nel XXI secolo e condurre a un nuovo Grande gioco, ma quasi ovunque regna un forte ottimismo, almeno nelle classi medie e nelle élite al potere, insieme al sentimento che la storia stia ora dalla parte dell’Asia e al desiderio di concentrarsi sulla prosperità a venire.
Update RequiredTo play the media you will need to either update your browser to a recent version or update your
Flash plugin.
© FCSF 