Mercanti di uomini
Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo
Loretta Napoleoni
Rizzoli, Milano 2017, pp. 346, € 18.50
Con la lettura di questo volume si aprono gli occhi sul complesso mondo dei «mercanti di uomini», coloro che fanno affari su milioni di esseri umani, in fuga da guerre e povertà. Chi sono? Secondo l’A., studiosa dei legami tra terrorismo ed economia, abbiamo a che fare con una nuova categoria di criminali, esperti in sequestri di occidentali in Iraq, Libia e Siria, e abili nell’utilizzare il denaro dei riscatti per alimentare «la tratta di persone in fuga dagli orrori e dai saccheggi della guerra civile» (p. 16).
Raramente i Governi occidentali ammettono il pagamento di riscatti per liberare propri cittadini rapiti in Medio Oriente o in Africa, eppure sono proprio quelle somme di denaro che alimentano i maggiori gruppi jihadisti e i trafficanti di migranti. Attraverso interviste esclusive a negoziatori, membri dei servizi segreti, esperti del contrasto al terrorismo, ex ostaggi, Loretta Napoleoni descrive il circolo vizioso tra l’economia ufficiale e quella “canaglia”. Questo nuovo tipo di criminalità è «in netto contrasto con il vecchio modello occidentale altamente integrato di criminalità organizzata, come la mafia […]. Prosperano ovunque regni l’anarchia politica e saccheggiano la risorsa più preziosa: le persone. La criminalità organizzata, al contrario, ha bisogno di un Governo centralizzato per imporsi come sistema alternativo» (p. 278).
Il giudizio dell’A. è inappellabile: una classe politica occidentale incompetente non è stata capace di reagire in modo opportuno all’11 settembre 2001. La guerra al terrorismo che ne è scaturita non fa altro che destabilizzare intere aree del pianeta, provocando il più grande esodo dalla Seconda guerra mondiale e alimentando l’incertezza che porta alla crescita dei populismi. La Brexit o l’elezione di Trump «sono solo la punta dell’iceberg. La popolarità sempre maggiore delle nuove compagini xenofobe e populiste, che perseguono un discorso di chiusura e di cacciata dello straniero, la ricostruzione delle barriere ai confini, gli appelli al protezionismo in economia sono tutti sintomi di un malessere che dilaga nel mondo occidentale» (p. 295).
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