Lobbying for change
Find your voice to create a better society
Alberto Alemanno
Icon Books Ltd, Londra 2017, pp. 322, € 10 (libro in lingua inglese)
Quando ci imbattiamo nelle parole lobbista o lobby pensiamo immediatamente ai grandi gruppi economici o ad altre realtà analoghe, capaci grazie ai loro mezzi di sottoporre all’attenzione dei politici e degli amministratori pubblici i temi per loro importanti, sollecitando che siano disciplinati (o non lo siano) in un certo modo. Ma se l’attività di lobby – che in generale è vista con un certo sospetto – fosse appannaggio anche di semplici cittadini e non solo di grandi e potenti organizzazioni che cosa potrebbe accadere? A questa domanda risponde Alberto Alemanno, professore di Diritto europeo all’HEC di Parigi e cofondatore di The Good Lobby, nel suo volume che raccoglie l’esperienza maturata nel corso degli anni in diverse iniziative di lobby, svolte per la maggior parte a livello europeo.
Una prima risposta è che i cittadini, se si organizzano e portano avanti un’azione coordinata, hanno davvero la possibilità di divenire attori importanti nella sfera pubblica. Possono allora promuovere i cambiamenti che desiderano nelle politiche ai vari livelli, a partire da quello locale. Le testimonianze raccontate nel libro sono una riprova dei risultati che possono essere raggiunti, alle volte non immediatamente, ma nei tempi lunghi necessari per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici su alcuni temi. L’A. è ben conscio di quanto sia esigente e complesso l’avvio di un’azione di tal tipo, per questo non esita a consacrare la seconda parte del suo testo alla “scatola degli attrezzi”, in cui descrive le fasi di una campagna di lobby (o di advocacy), le risorse, le tecniche e le strategie a cui ricorrere, i modi per individuare gli interlocutori con cui collaborare e confrontarsi, le scelte comunicative, ecc. Questo taglio molto pratico, ricco di consigli e di riferimenti concreti, è un prezioso aiuto per calare nella realtà l’azione di lobby, evitando così un duplice scoglio: pensare che sia del tutto fuori dalla portata dei cittadini o sottovalutarne la complessità.
Ma c’è un’ulteriore risposta, meno immediata ma non per questo meno importante: le azioni di lobby dei cittadini possono contrastare i rischi di deresponsabilizzazione e la percezione di essere esclusi dal circolo decisionale, insiti nei meccanismi di delega della democrazia rappresentativa, senza aver nessuna pretesa di sostituirsi a essi. In un momento storico in cui la distanza tra cittadini e politici sembra allargarsi, scavando una specie di fossato tra “noi” e “loro”, il coinvolgimento fattivo dei cittadini in temi concreti costituisce una delle vie che fa crescere il senso della corresponsabilità, rafforzando in questo modo il circuito democratico.
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