Le radici della democrazia
I principi della Costituzione nel dibattito tra gesuiti e costituenti cattolici
Francesco Occhetta
Jacabook-La Civiltà Cattolica, Milano-Roma 2012, pp. 296, € 24
«Modificare la Costituzione è oggi auspicabile» (p. 261) ma «se si vuole capire l’oggi va conosciuto cosa è successo ieri» (p. 259). I lavori dell’Assemblea costituente (giugno 1946-dicembre 1947) furono un vero e proprio laboratorio di democrazia, intesa non come «accettazione arida di un metodo, di una procedura, ma espressione di convinzioni profonde, e soprattutto vita, sentimento e testimonianza umana e vera di un modo di pensare, di essere e di operare» (p. 14). L’A., gesuita del collegio degli scrittori de La Civiltà cattolica, propone in questo volume un accurato e originale lavoro di ricerca sui rapporti intercorsi tra i padri gesuiti della Rivista, la Santa Sede e i costituenti cattolici, al fine di delineare i fondamenti morali, culturali e storici dei principi costituzionali. Il taglio storico-giuridico dell’opera permette di apprezzare gli sforzi dialettici di un’epoca in cui la più grande differenza tra i costituenti democristiani e i gesuiti de La Civiltà Cattolica era sul piano filosofico e antropologico: personalisti i primi, giusnaturalisti i secondi. Tra questi due e la Segreteria di Stato «ci fu un gioco di squadra molto fine e articolato» (p. 21); a beneficiarne fu la Costituzione stessa e la visione triadica del personalismo cristiano in essa inserita: «la persona; le formazioni sociali in cui la persona esplica la sua attività e persegue i suoi fini; la società politica, entro la quale lo Stato costituisce l’istituzione più alta» (p. 20). Dopo la crisi acuta degli anni Novanta del secolo scorso, è auspicabile che la Costituzione venga revisionata in alcuni suoi aspetti, ma non può cessare di essere «norma fondamentale di garanzia» (p. 25).
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