Le politiche migratorie

Maurizio Ambrosini - Francesca Campomori
il Mulino, Bologna 2024, pp. 303
Scheda di: 
Fascicolo: febbraio 2025

Quando un tema inizia a monopolizzare il dibattito pubblico, la discussione si addentra spesso in strade disseminate di dubbi e inesattezze, che possono far inciampare la percezione dei fenomeni politici e minacciare la credibilità delle istituzioni se non vengono dipanati su un piano obiettivo. Nella gerarchia delle tematiche elettoralmente sensibili, ormai a livello globale, campeggia in cima l’immigrazione, con i suoi risvolti e le sue opportunità, in un asfissiante delirio di populismi che ne curano (o almeno promettono di curarne) gli effetti, senza mai approfondirne abbastanza le cause. Spetta poi a chi per professione analizza la politica rendere il dibattito più sano, senza i condizionamenti della ricerca del consenso elettorale e flettendolo sull’effettivo lavoro dei Governi e delle istituzioni internazionali.

In Le politiche migratorie, Maurizio Ambrosini e Francesca Campomori non sacrificano alcun dettaglio sull’altare della semplificazione, ma si concedono il privilegio della chiarezza. Il testo risulta accessibile ed esaustivo per struttura e per contenuto. L’analisi si sviluppa a partire dalla gestione dei confini, ultimo baluardo della sovranità nazionale e vessillo delle forze politiche più nazionaliste, attraversa poi il tema dell’accoglienza degli immigrati, che viene definito e inquadrato sotto la lente dell’industria bellica e dello sfruttamento dei traffici illegali di vite umane. Trova quindi spazio una profonda riflessione sull’ammissione nei Paesi europei, in cui gli attori istituzionali coinvolti si muovono sulla scena tra controllo, regolazione e integrazione. Si avvia, a questo punto, un approfondimento curato nel dettaglio sul ruolo politico nell’accesso a cittadinanza e welfare, attraverso le difficoltà dell’inserimento lavorativo in un’epoca di crisi della manodopera. A questo si aggiunge l’emergenza della governance europea nella gestione dei rifugiati, tra vuoti legislativi e una necessaria ridefinizione delle politiche di asilo.

Oltre a queste tematiche di tipo amministrativo, si sottolinea la necessità di insistere su un approccio di integrazione multiculturale per contrastare la crescente tensione etno-ideologica: le politiche di naturalizzazione non sono sufficienti per l’effettivo inserimento degli immigrati nella società, poiché le dinamiche tra i livelli governativi locali e nazionali, unite a un sistema legale profondamente restrittivo, restano conflittuali ed espandono le prospettive di una discriminazione istituzionale. Le tutele e i diritti degli immigrati hanno subito crolli e ridimensionamenti di fronte all’indifferenza della classe politica, in una guerra silenziosa che si avvia – assurdamente – a separare i cittadini in relazione all’etnia minando le fondamenta valoriali delle democrazie.

Il punto di forza del volume risiede nella sua interdisciplinarità: vengono rivelati gli aspetti storicoantropologici del fenomeno, ma anche i suoi risvolti economici e gli slanci sociali che poi le forze politiche trasformano in fallimenti o successi. Così gli AA., con un profondo e notevole lavoro di ricerca, non forniscono soluzioni immediate ma si propongono, senza presunzione, come guide in un sistema complesso e fragile in cui orientarsi diventa faticoso. Le politiche migratorie diventa un occhio oggettivo e al contempo critico, che ci lascia degli interrogativi e ci invita a rispondere dopo una coerente indagine. Non ci si muove più soltanto verso l’interno o verso l’esterno dei confini nazionali, ma verso l’alto e verso il basso in una scala sociale che scricchiola. Si tratta di una sfida alla quale non ci si potrà sottrarre, e da affrontare con un’adeguata attrezzatura concettuale e reale.

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