Le mani della madre
Desiderio, fantasmi ed eredità del materno
Massimo Recalcati
Feltrinelli, Milano 2015, pp. 187, € 16
La figura del “desiderio” viene posta al centro dell’esperienza della maternità: madre non è semplicemente chi dona la vita, ma chi trasmette il desiderio di vivere come «amore per il nome proprio, per il nome di chi amo, per la sua esistenza unica, irripetibile e insostituibile» (p. 65).
Nella prospettiva illustrata da Recalcati non c’è posto per la nostalgia: né per il “padre-padrone”, né per la “madre del sacrificio”. L’”amore per il nome” non esaurisce completamente la donna, ma riconosce (anzi, valorizza!) l’esistenza di uno spazio vitale inesauribile che travalica l’esistenza stessa del bambino, mettendolo al riparo dal pericolo di una presa asfissiante ed evitando che saturi il desiderio femminile. «Al di là della Natura, al di là del sesso e della stirpe», ben oltre ogni sua rappresentazione naturalistica, madre è il «nome di quell’Altro che offre le proprie mani alla vita che viene al mondo, che risponde alla sua invocazione, che la sostiene con il proprio desiderio» (p. 183). Madre è colei che, con strenua resistenza, giorno dopo giorno, continua ad esercitare una “cura” in grado di amare “il particolare più particolare del soggetto”, la sua irregolarità, la sua stortura: senza compromessi. Una lettura stimolante, in tempi difficili: per le madri, per i padri, per i figli del desiderio.
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