ArticoloCantiere Italia
Lavoro e cittadinanza al voto referendario
Lavoro e cittadinanza italiana sono i temi su cui siamo chiamati a esprimerci
domenica 8 e lunedì 9 giugno attraverso il voto sui cinque referendum
abrogativi ammessi dalla Corte costituzionale a gennaio 2025. Quattro
quesiti riguardano la disciplina del rapporto di lavoro: la tutela in caso di
licenziamenti illegittimi (il contratto a tutele crescenti e il tetto all’ammontare
dell’indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese), le modalità di
ricorso ai contratti a termine, la responsabilità dell’impresa committente in
caso di infortunio o morte dei lavoratori impiegati dall’impresa appaltatrice.
Il quinto quesito mira a dimezzare (da 10 a 5 anni) il requisito temporale
della residenza legale attualmente richiesto per presentare la domanda per
ottenere la cittadinanza italiana.
Entrambe le materie sono da tempo al centro del dibattito e la rapidità
con cui sono state raccolte le 500mila firme richieste per presentare i quesiti
referendari testimonia l’interesse di ampi settori dell’opinione pubblica. Al
contempo, la scelta di ricorrere ai referendum è rivelatrice delle resistenze
esistenti sul piano politico a entrare nel vivo delle questioni, a causa delle
divergenti posizioni, e della volontà di rilanciare il confronto attraverso il
voto da parte dei soggetti promotori (la CGIL per i quesiti sul lavoro, alcuni
partiti e associazioni per quello sulla cittadinanza). L’esperienza ha già mostrato
che i referendum abrogativi non sono lo strumento più appropriato
per riformare la legislazione italiana. Tuttavia, possono avere un impatto
notevole nel caso in cui siano approvati, perché certificano l’orientamento
della maggioranza della popolazione su un determinato tema e, modificando
la normativa in singole parti, aprono la strada per un ripensamento
complessivo.
Per comprendere meglio su che cosa siamo chiamati a votare ci siamo
rivolti a Maria Luisa Vallauri, docente di Diritto del lavoro a Firenze, e ad
Alberto Guariso, avvocato e responsabile del servizio antidiscriminazione
dell’ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione). Inoltre, a questo link sono disponibili delle schede informative sui singoli quesiti.
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