L’attesa

Keum Suk Gendry-Kim
BAO Publishing, Milano 2023, pp. 248
Scheda di: 
Fascicolo: marzo 2024

Si può raccontare in modo attento e rispettoso il lento trascorrere del tempo segnato dalla speranza di riabbracciare un familiare di cui non si hanno più notizie? Con questo compito non semplice si è cimentata Keum Suk Gendry- Kim, autrice sudcoreana di graphic novel che ha ormai acquistato una notorietà internazionale per i suoi lavori. Attraverso i disegni e i testi del suo ultimo libro, significativamente intitolato L’attesa, l’A. racconta la storia della sua famiglia, che è un tassello della più ampia storia del popolo coreano.

Il riferimento imprescindibile è la firma della tregua nel 1953, che non segna solo la fine del conflitto e la divisione della penisola coreana in due Paesi, ma anche una sofferta separazione per migliaia di famiglie. Improvvisamente e per ragioni diverse, frutto tante volte anche del caso, alcuni membri dello stesso nucleo familiare rimasero nella zona Nord, mentre altri si trovarono nella zona Sud. Sono trascorsi ormai settant’anni da questi eventi, ma le conseguenze sono ancora presenti e dolorose, perché da subito i contatti tra nordcoreani e sudcoreani non sono stati permessi e l’unico canale possibile per riabbracciare i propri cari è stato quello dei ricongiungimenti ufficiali, organizzati da due Governi. Si tratta, però, di occasioni sporadiche e del tutto insufficienti rispetto alle numerose richieste che sono presentate.

Questa pagina poco conosciuta della storia coreana viene raccontata da Gendry-Kim attraverso la voce di Giw-Ja, il personaggio ispirato a sua madre, che a distanza di anni, quando è ormai anziana, rievoca le vicende degli anni Cinquanta. Al centro della narrazione c’è in particolare il momento in cui, dopo la fuga dal suo villaggio a causa del conflitto, perse le tracce del marito e del figlio, ritrovandosi sola con la secondogenita al di qua del nuovo confine tra le due Coree. Il racconto prosegue descrivendo la speranza forte nei primi anni di poter ritrovare i propri cari, la successiva frustrazione quando fu chiaro che la frontiera era un muro invalicabile, la scelta difficile di sposarsi di nuovo con un uomo con una storia simile, la cui moglie era rimasta in Corea del Nord, la vita della nuova famiglia, in cui non si parla molto di quanto è accaduto e dei familiari che sono lontani.

Con grande maestria, Gendry- Kim apre una finestra su questi eventi, sapendo intrecciare alla perfezione le diverse linee temporali del racconto. Si spazia, infatti, dalle vicende del passato a un oggi in cui dialogano, alle volte in modo faticoso, una madre che non ha dimenticato il figlio rimasto in Corea del Nord e la figlia scrittrice nata dal secondo matrimonio, che cerca di ricostruire una storia che la precede e ne influenza la vita.

La scelta dell’A. è stata quella di sollevare il velo steso su un tema complesso, difficile da affrontare e che, proprio per questo motivo, rischia di divenire una pagina rimossa nella memoria collettiva del popolo coreano. In una recente intervista, l’A. parla infatti delle “famiglie divise” nei termini di un tabù di cui non si parla «non solo perché è un tema sensibile ma anche perché tutti portano dentro di sé questa divisione. Quindi c’è un trauma che non è solo generazionale ma è un vero e proprio trauma sociale» (Nannipieri L., L’Attesa, il nuovo graphic novel della sudcoreana Keum Suk Gendry-Kim, in <www.radiopopolare.it>). Per parlare di questo trauma Gendry- Kim fa appello alla delicatezza, che traspare non solo nei dialoghi, ma anche nelle tavole in bianco e nero, disegnate con estrema cura e pulizia di tratto e dotate di un grande forza evocativa, capaci di trasportare il lettore in un tempo e un luogo lontano da quello in cui si trova, permettendogli di confrontarsi con l’orrore causato dalle guerre, con i meccanismi di autodifesa che come singoli e comunità facciamo scattare di fronte a questi eventi e facendo cogliere quanto sia preziosa e terapeutica la possibilità di dare voce a quanto si è vissuto e a quanto si prova sia nelle relazioni familiari sia a livello sociale.

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