La scrittura terapeutica

Sonia Scarpante
Pubblicato a cura dell’Autrice, pp. 228, € 18
Scheda di: 
Fascicolo: novembre 2014
Spesso è difficile, a volte anche molto doloroso, ma alla fine sempre liberatorio e, per questo, terapeutico. Stiamo parlando dello scrivere di sé, del mettersi a nudo nero su bianco, del tradurre in parole emozioni ed esperienze di vita.

In questo consiste la pratica della scrittura terapeutica, di cui ci parla l’A. nell’omonimo volume, testimonianza diretta di come la malattia può diventare occasione per riscoprirsi, ma anche strumento indiretto che dà voce alle tante persone che hanno sperimentato questa via di guarigione “spirituale”, prima ancora che fisica.

I numerosi scritti riportati dall’A., che si alternano per tutta la lunghezza del libro alle sue riflessioni su modi e i tempi in cui la scrittura terapeutica è diventata parte integrante del suo percorso di vita, hanno alcuni tratti in comune. Trasmettono tutti la fatica del raccontare di ciò che più intimamente riguarda la nostra vita, illuminando con coraggio anche gli angoli più bui e abbandonandoci esclusivamente alla sincerità, ma lasciano trasparire anche il sollievo profondo che segue alla fatica fatta: ogni scritto sembra brillare della luce che rincuora e rassicura quando si giunge all’uscita da un tunnel.

Scrivere di sé è dunque un esercizio duro ma irrinunciabile per trovare la propria strada, comprendere la propria storia, rileggere il proprio passato con gli occhiali giusti per valorizzare il presente e inquadrare meglio il futuro. Un esercizio, sembra voler dire Sonia Scarpante, che non è appannaggio esclusivo delle persone malate, conforto e occasione per chi si trova volente o nolente nella sofferenza fisica, una sorta di salvagente nell’emergenza.

Scrivere è terapeutico, perché non si finisce mai di conoscersi, che si sia sani o malati. E, forse, è questo il conforto più grande.





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