La rivoluzione della cittadinanza attiva. Come sopravviveremo a guerre, pandemie e a un sistema economico e ambientale in crisi

Leonardo Becchetti
EMI, Verona 2022
Scheda di: 
Fascicolo: aprile 2023

Se apriamo un qualsiasi giornale o sito d’informazione sembra che la fine sia vicina: guerre, strascichi della pandemia, cambiamenti climatici, economia traballante e posti di lavoro a rischio. Se andiamo al fondo di queste malattie globali troviamo, come suggerisce l’economista Leonardo Becchetti, alcune dinamiche che si ripetono: «Il paziente Pianeta infatti è afflitto, come si direbbe in gergo medico, da comorbidità, ovvero dalla presenza contemporanea di più patologie (corsa al ribasso, insostenibilità ambientale, povertà di senso, rischi pandemici) » (p. 27). La situazione è dunque difficile da gestire, sia per la dimensione planetaria del “paziente”, sia per l’attenzione da avere sugli effetti collaterali delle soluzioni che possono dare vita ad altre problematiche.

L’A. analizza accuratamente le varie “patologie”, richiamando fatti di cronaca e studi scientifici. Affronta innanzi tutto la corsa al ribasso, in quanto radice principale di molti dei mali descritti: per assicurarsi il maggior profitto si cerca di risparmiare sulla qualità del lavoro, sulle condizioni sociali, sui costosi oneri ambientali, con le evidenti conseguenze che ne derivano.

La complessità della situazione fa emergere una domanda di fondo: quale dovrebbe essere lo stato “sano” della società? L’A. risponde con parole semplici, basandosi sul paradigma dell’economia civile: «L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare società dove esistano le condizioni migliori possibili affinché le persone possano “realizzarsi” e vivere una vita soddisfacente e ricca di senso» (pp. 59-60). Sembra intuitivo, ma la traduzione in realtà non lo è; soprattutto non lo è da soli (come la pandemia ci mostrato): «La vita è uno sport di squadra e non è sufficiente essere anche Messi o Cristiano Ronaldo» (p. 81). Da qui l’attenzione sulla generatività, sui suoi fondamenti antropologici oltre che economici e psicologici, con un focus specifico sulle relazioni interpersonali, che implicano il sentirsi completati dagli altri, il lasciare all’altro lo spazio per crescere, essere arricchiti dallo scambio di informazioni. Tutte dimensioni che danno senso e gusto alla vita e all’operare per il bene.

Di fronte alla complessità della situazione dobbiamo essere realisti, il paziente non guarirà da solo, ma servono quattro mani: il mercato, lo Stato, la cittadinanza attiva e le imprese responsabili. Per l’A., il voto con il portafoglio può essere lo strumento che permette alle quattro mani di agire in sinergia, una leva per premiare le imprese virtuose e stimolare la creazione di prodotti su misura del consumatore: «Faccio sinceramente fatica a capire come e perché l’umanità non abbia ancora imparato al meglio a utilizzare questa leva a sua disposizione per cambiare tutte le cose di cui giustamente si lamenta e per risolvere almeno tre delle famose patologie di cui abbiamo parlato nel primo capitolo (povertà e diseguaglianze causate dalla corsa al ribasso, emergenza climatica, guerra, povertà di senso del vivere)» (p. 93). Questo sistema può partire dall’alto, dallo Stato, se esso decide di applicare determinati parametri per l’aggiudicazione degli appalti (sostenibilità ecologica e sociale), può condizionare le imprese quotate in borsa (già ora succede con le informazioni aggiuntive nei bilanci), può toccare la nostra quotidianità. L’A. non nasconde le problematiche che questa proposta deve affrontare quando riguarda i cittadini – consapevolezza, informazione, coordinamento delle scelte e prezzo, necessità di un’azione di massa – ma questo non ne sminuisce il valore e il rilievo. In conclusione un libro ricco, assai accessibile, in cui sono raccolti progetti, iniziative e risultati che l’A. insieme ad altri ha portato avanti in anni di impegno. Può sembrare a tratti utopico o sognatore, ma le diverse intuizioni già avviate (Banca Etica, disinvestimento dalle risorse fossili, ecc.) danno credito alla visione dell’A., fondando la speranza che ci può animare come cittadini attivi.

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