La repubblica del selfie
Dalla meglio gioventù a Matteo Renzi
Marco Damilano
Rizzoli, Milano 2015, pp. 294, € 18.50
Una moda molto recente è quella dei selfie: l’autoritratto fotografico con dispositivo digitale. Che il titolo del volume di Damilano – giornalista inviato di politica interna de L’Espresso – associ il selfie alla forma di governo repubblicana è una felice intuizione, specie perché incastonata nella storia travagliata del nostro Paese. «La Prima Repubblica aveva la Rai, la Seconda la TV commerciale, la terza Twitter […], auto-scatto, auto-promozione sui social network, auto-identità, auto-referenzialità. Auto-rappresentazione» (pp. 252-253). Con un linguaggio talvolta tagliente, ma certamenente efficace, l’A. ripercorre la storia d’Italia per interpretare l’avventura politica di Matteo Renzi, «la nuova razza padrona che […] si presenta senza passato, avida di presente, proiettata nel futuro. Detesta il fardello della memoria, rifiuta la responsabilità dei decenni precedenti: noi non c’eravamo, ripete. Invece va inserita in un storia. […]; c’è stata la Repubblica dei partiti che aveva come religione la Rappresentanza. Poi è arrivata la Repubblica del Cavaliere, fondata sulla Rappresentazione. Quella che sta nascendo è la Repubblica dell’Auto-rappesentazione. Una Selfie-Repubblica, con un’unica bandiera: l’Io» (p. 10).
Due sono i parallelismi che aiutano Damilano in questa analisi del Presidente del Consiglio più giovane d’Italia: con Napoleone e con Berlusconi. L’affinità con il primo è data dalla «consapevolezza che solo se sfondava nell’immaginario, oltre che sul territorio avversario con le armate, un Capo venuto dal nulla avrebbe potuto conquistare e mantenere il potere» (p. 209). Renzi, centralizzato sulla sua persona, dal potere immediato, è considerato l’erede di Berlusconi, il “figlio” che non ha mai avuto, anche perché «l’erede di casa Arcore non poteva nascere dentro il berlusconismo, sarebbe stato stroncato sul nascere o espulso» (p. 238).
Il potere di Renzi salta le mediazioni. «La mediazione era la ragione sociale della Repubblica. La strada privilegiata per risolvere le questioni dando a tutti l’impressione di partecipare alle decisioni [...] Una tradizione da rottamare in blocco» (p. 223). «Tra lui e il popolo c’è il nulla. Nessuna cinghia di trasmissione, nessun canale di collegamento» (p. 224). Resta solo un selfie.
Update RequiredTo play the media you will need to either update your browser to a recent version or update your
Flash plugin.
© FCSF 